Indagini sull’ingerenza nelle elezioni comunali del 2019
La mafia barese ha subito un duro colpo con l’emissione di oltre 130 ordinanze di custodia cautelare in carcere e significativi sequestri, riguardanti individui accusati di ingerenze nelle elezioni comunali di Bari del 2019. Le indagini hanno portato alla luce attività illegali legate all’organizzazione mafiosa Parisi – Palermiti, coinvolgendo un vasto numero di persone. Le azioni sono state eseguite su richiesta della Direzione distrettuale antimafia da parte della sezione gip del Tribunale di Bari, con un dispiegamento di oltre mille agenti della Polizia di Stato nella città e nell’area metropolitana.
130 indagati e numerose misure cautelari sono state applicate, coinvolgendo diverse figure di spicco. Tra gli arrestati spiccano nomi come Tommy Parisi, figlio del noto boss Savinuccio, e Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale. Anche personalità legate alla sfera politica come Maria Carmen Lorusso, consigliera comunale, e Vito Lorusso, ex primario dell’Oncologico di Bari, sono state coinvolte. Le accuse riguardano reati che vanno dall’ingerenza elettorale politico-mafiosa all’estorsione, dalla detenzione di armi alla commercializzazione di sostanze stupefacenti, tutti aggravati dal coinvolgimento della criminalità organizzata.
Dettagli sulle misure cautelari e le accuse
Le misure cautelari coinvolgono 130 persone, di cui 110 destinate al carcere, 25 ai domiciliari e 2 con misure interdittive, con sequestri che ammontano a 20 milioni di euro. Le ordinanze emesse hanno riguardato due distinti gruppi di individui legati alle organizzazioni mafiose Parisi – Palermiti e Strisciuglio. Queste persone sono accusate di vari reati, tra cui estorsioni, detenzione di armi, traffico di droga, turbativa negli appalti pubblici e frodi in competizioni sportive, tutti compiuti con metodi mafiosi.
Personalità di spicco della criminalità e della politica locale sono emerse tra gli indagati coinvolti nelle indagini sulla mafia barese. Nomi come Tommy Parisi, cantante neomelodico e figlio del temibile boss Savino, e Giacomo Olivieri, con legami politici, sono stati soggetti a misure cautelari. Anche imprenditori come Francesco Frezza e Massimo Bellizzi sono stati coinvolti nelle azioni dell’autorità. Le accuse riguardano scambi elettorali politico-mafiosi, estorsioni, traffico di armi e droga, turbative negli appalti pubblici e frodi sportive, tutti aspetti aggravati dalla presenza della criminalità organizzata.