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Foibe, la memoria riemerge a Napoli
Foibe, una parola che porta con sé il peso di una tragedia lungamente taciuta, finalmente al centro dell’attenzione a Napoli. Ieri, al binario 14 della stazione centrale, si è tenuta una cerimonia di ricordo che ha riunito circa trecento persone, tra eredi degli esuli, cittadini comuni e militanti politici. Il treno del ricordo, partito da Trieste il 10 febbraio, ha fatto tappa a Napoli sotto l’ombra del Vesuvio, suscitando polemiche politiche e riflessioni sulla storia italiana.
Un museo della memoria e della solidarietà nazionale
In questa occasione, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha sottolineato l’importanza di rendere giusta dignità e memoria alla tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Definendo le foibe come “un crimine comunista”, ha evidenziato il lungo periodo di silenzio e ambiguità che ha circondato questo capitolo oscuro della storia italiana. Sangiuliano ha anche ricordato l’episodio di accoglienza a Napoli, contrapponendolo all’ostilità manifestata altrove: “Mentre a Bologna contestatori impedirono agli esuli di rifocillarsi, a Napoli furono accolti con umanità nei giardini del Parco di Capodimonte.”
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha rafforzato questo legame con gli esuli giuliano-dalmati, annunciando progetti per istituire un luogo permanente di ricordo per questa tragedia. Anche il professor Lazzarich, figura di riferimento dell’associazione nazionale Venezia, Giulia e Dalmazia, ha espresso commozione per l’arrivo del treno del ricordo a Napoli, simbolo di una storia che non deve essere dimenticata.
Un’occasione per la politica e le polemiche
L’evento a Napoli non è stato solo un momento di commemorazione, ma anche un’occasione per riflettere sulle dinamiche politiche. La presenza di esponenti di Fratelli d’Italia e della Lega ha evidenziato un coinvolgimento di certe fazioni politiche nel ricordo delle foibe, mentre l’assenza di rappresentanti di altri partiti, inclusa Forza Italia, ha sollevato interrogativi sullo scenario politico locale.
La polemica tra il ministro Sangiuliano e il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha aggiunto un’ulteriore tensione all’evento, con il ministro che, senza citare direttamente De Luca, ha fatto riferimento a “vistose assenze” alla cerimonia, sollevando dubbi sulla conoscenza della storia da parte di alcuni attori politici. Questi scambi hanno sottolineato come il ricordo delle foibe non sia solo un atto di memoria, ma anche un terreno di scontro politico e interpretativo della storia italiana.