![Ipocrisia politica e lacrime di coccodrillo: il dramma dell'immigrazione clandestina in Calabria 1 20240226 115945](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240226-115945.webp)
La lacrime di coccodrillo per i clandestini: ipocrisia politica in Calabria
Il centrosinistra si è mobilitato ieri in Calabria per commemorare le vittime della tragedia dell’immigrazione, sostenendo di essere stati traditi da Giorgia Meloni. Elly Schlein, Laura Boldrini e Pietro Bartolo hanno reso omaggio alle anime perse nel naufragio di un caicco proveniente dalla Turchia, approdato a Steccato di Cutro un anno fa, portando con sé 180 migranti, dei quali metà ha perso la vita. Le indagini in corso sono cruciali per comprendere le responsabilità legate alla dinamica del tragico evento: si sta valutando il coinvolgimento della Guardia Costiera e delle navi della Guardia di Finanza, con l’obiettivo di individuare eventuali negligenze che hanno permesso al mare in tempesta di inghiottire la barca.Emergono interrogativi sul perché la barca non abbia fatto sosta in altri luoghi come la Grecia o la Puglia, ma abbia scelto di attraccare proprio a Cutro, cittadina legata alla ‘ndrangheta. L’enclave dei Grande Aracri, famiglia di spicco della criminalità organizzata calabrese, solleva sospetti legati a una possibile connivenza con il tragico evento. La sinistra denuncia l’ipocrisia di coloro che oggi si mostrano commossi e attivi nel ricordo delle vittime di Cutro, dimenticando il contesto più ampio che ha favorito la proliferazione di tragedie simili nel Mediterraneo. I 30mila morti del mare sono il frutto di un sistema che, secondo la sinistra, incoraggia l’immigrazione clandestina e nutre l’illegalità, complice chi trae profitto dagli affari legati agli scafisti e all’accoglienza, inclusi soggetti affiliati alle coop rosse e alla ‘ndrangheta.
Verità e giustizia: proposte e critiche alla politica attuale
La richiesta di verità e giustizia, avanzata in seguito alla tragedia di Cutro, si lega a proposte concrete come il Piano Marshall per l’Africa, l’accordo con l’Albania e il decreto Cutro, purtroppo depotenziato da interpretazioni giuridiche discutibili. Mentre le polemiche politiche si accavallano tra urne funerarie e urne elettorali, emergono le critiche alla borghesia rossa, accusata di intrattenere legami loschi con esponenti della criminalità organizzata. Le lacrime versate per i migranti perduti nel mare aperto non possono occultare le responsabilità di un sistema che, secondo alcuni, favorisce la clandestinità a fini di lucro, senza affrontare le vere radici del problema.La politica dello “struzzo”, che sembra ignorare le implicazioni profonde della gestione dell’immigrazione e delle reti criminali connesse, viene duramente contestata da chi vede nell’ipocrisia politica un ostacolo alla ricerca di soluzioni efficaci e durature. L’accento viene posto sulle azioni concrete e sul superamento delle logiche di interesse personale o di parte, che spesso offuscano il reale obiettivo di garantire sicurezza e dignità a chi fugge da situazioni di disagio e pericolo. La sfida delle istituzioni è quella di perseguire un approccio integrale e trasparente, che vada oltre le mere dimostrazioni di compassione mediatica, per affrontare le cause strutturali che alimentano il fenomeno migratorio e la sua gestione inadeguata.