Morto Stefano Gheller, il pioniere della legge sul fine vita in Veneto
Stefano Gheller, il pioniere della legge sul fine vita in Veneto, ha perso la sua battaglia contro una grave forma di distrofia muscolare. A soli 50 anni, è deceduto all’ospedale di Bassano, dove era stato ricoverato a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute. Gheller, vittima di una distrofia muscolare facio-scapolo-omerale, aveva trascorso gli ultimi 35 anni della sua vita legato a un ventilatore.
La battaglia per il suicidio assistito di Gheller non era spinta dalla paura della morte, ma dal desiderio di poter decidere autonomamente quando porre fine alla propria esistenza. Aveva sempre dichiarato di non temere la morte, bensì la sofferenza che potesse precederla. La sua lotta era volta all’ottenimento della possibilità di accedere al suicidio assistito, per poter dire basta quando la sofferenza diventava insopportabile. La sua determinazione aveva portato alla vittoria personale e collettiva nell’ottenere il diritto di scegliere il momento della propria fine.
Il messaggio di speranza e amore per la vita
La notizia della concessione del suicidio assistito da parte dell’Azienda sanitaria Pedemontana aveva riempito Gheller di ottimismo. In un messaggio sui social, aveva condiviso la sua felicità per poter porre fine alla sua esistenza quando lo avrebbe ritenuto necessario. Circondato dalla famiglia, Gheller aveva espresso tutto il suo amore per la vita e la sua determinazione a vivere pienamente finché fosse stato possibile. Nonostante le difficoltà fisiche sempre crescenti, il 50enne aveva mantenuto un forte attaccamento alla vita e alla sua libertà di scelta.
L’obiettivo e il supporto ricevuto da Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, e dall’Associazione Luca Coscioni avevano alimentato la determinazione di Gheller. Nonostante l’incontro tanto desiderato con la premier Giorgia Meloni non si fosse mai concretizzato, il sostegno ricevuto gli aveva permesso di continuare la sua battaglia con coraggio e speranza. La sua voce si era alzata per difendere i diritti civili e per sensibilizzare sull’importanza di poter decidere il proprio destino.