Scandalo familiare: la tragica vicenda dell’eredità avvelenata
Un caso di cronaca nera scuote l’opinione pubblica italiana, con risvolti agghiaccianti che rivelano una sconcertante trama di inganni e omicidio. Una donna di 58 anni, residente a Aci Castello, è accusata di aver ucciso la propria zia, Maria Basso, di 80 anni, per poter beneficiare dell’eredità. La vittima è deceduta in una casa di cura, dove era ospitata da poco più di due settimane, a causa di un’insidiosa manipolazione alimentare. La nipote, attualmente agli arresti domiciliari, avrebbe somministrato cibi solidi alla prozia, nonostante le sue condizioni di salute richiedessero un’alimentazione specifica a base di omogeneizzati.
Un intricato piano criminoso
Le indagini condotte dalla Procura di Catania hanno svelato dettagli scioccanti di un piano criminale attentamente architettato dalla nipote indagata per assicurarsi l’eredità della zia. Si ipotizza che la donna abbia convinto la vittima a revocare disposizioni precedenti a suo favore, facendole sottoscrivere un nuovo testamento che la nominava come sola erede universale. Il tragico epilogo della vicenda, avvenuto con la morte dell’anziana a seguito dell’ingestione di cibi proibiti, ha sconvolto l’intera comunità. L’accusa sostiene che la pronipote abbia agito in maniera premeditata, violando le prescrizioni mediche e mettendo a repentaglio la vita della prozia per raggiungere i propri loschi fini.
La difesa e le nuove rivelazioni
Nonostante le pesanti accuse, la donna agli arresti domiciliari si proclama innocente e respinge categoricamente le accuse di omicidio e circonvenzione di incapace. La difesa, rappresentata dagli avvocati Peluso e Rovetta, sostiene che la nipote abbia sempre fornito le cure necessarie alla prozia e che il cibo somministrato fosse conforme alle indicazioni ricevute nella struttura di cura. Si sottolinea inoltre che il nuovo testamento è stato redatto legalmente, con la supervisione di un notaio che ha garantito la piena capacità decisionale dell’anziana. L’interrogatorio di garanzia dell’indagata è atteso per fine febbraio, mentre l’opinione pubblica resta sconvolta di fronte a una vicenda tanto drammatica e intricata.