La Lega ritira l’emendamento sui tre mandati
La Lega si è trovata di fronte a un duro stop nell’approvazione dell’emendamento che avrebbe consentito ai presidenti di Regione di ricoprire fino a tre mandati. La proposta è stata respinta in commissione Affari costituzionali del Senato con un netto 16-4, a cui si aggiungono un astenuto e un senatore assente. Questo risultato ha visto un fronte compatto dell’opposizione, composto da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Udc, Pd, M5s e Verdi-Sinistra, che si è opposto fermamente all’iniziativa leghista.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva espresso ottimismo prima del voto, ma la realtà si è rivelata alquanto diversa. Salvini, in un’intervista ad Agorà su Rai 3, aveva dichiarato: ‘Vota il Parlamento, andiamo avanti.’ Tuttavia, la sconfitta dell’emendamento ha dimostrato che il sostegno alla proposta era limitato, con Italia Viva come unico alleato dei leghisti in questa battaglia. Questo risultato non solo impedisce l’eventuale ampliamento dei mandati regionali, ma rappresenta anche un segnale forte sullo stato di unità all’interno della maggioranza.
La reazione e le prospettive future
Nonostante la sconfitta in commissione, la Lega non si arrende e promette di continuare la lotta per la causa dei tre mandati. Il vicepresidente leghista della commissione, Paolo Tosato, ha dichiarato: ‘Per noi la partita non è chiusa… Cercheremo di convincere i nostri alleati di maggioranza a rivedere le loro posizioni.’ Questo atteggiamento determinato sottolinea la volontà del partito di non gettare la spugna e di continuare a difendere la sua posizione, puntando sul voto popolare come criterio fondamentale in una democrazia.
D’altra parte, Italia Viva ha spiegato il suo voto a favore dell’emendamento leghista come una mossa per evidenziare le divisioni interne alla maggioranza. La senatrice Dafne Musolino ha affermato: ‘Per far emergere la divisione all’interno della maggioranza… La risposta deve essere politica.’ Questa scelta di voto ha suscitato polemiche, poiché ha rivelato le fratture presenti all’interno della coalizione di governo, offrendo così un vantaggio alla maggioranza. Mentre le posizioni si cristallizzano e i giochi di potere si fanno più evidenti, resta da vedere come evolverà la situazione e se la Lega riuscirà a ottenere il supporto necessario per portare avanti le sue proposte.