Processo Regeni: Udienza Rinviata per Questioni Tecniche
Oggi si è svolta la prima udienza del processo Regeni, ma è stata subito rinviata al 18 marzo a causa di eccezioni tecniche sollevate dalle difese degli imputati. In tribunale, di fronte alla giuria popolare della corte d’Assisi, si sono presentati diversi volti noti tra cui politici, giornalisti e cittadini. La presenza più significativa è stata quella di Paola Deffendi e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, il giovane ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Questa udienza è stata attesa per otto lunghi anni dai familiari di Giulio, i quali hanno lottato instancabilmente affinché si facesse luce sulla verità.Le Eccezioni Sollevate dalla DifesaLe difese degli imputati hanno sollevato diverse questioni tecniche durante l’udienza di oggi. L’avvocato di Athar Kamel Mohamed Ibrahim ha contestato la validità del processo citando una presunta mancanza di collaborazione tra Italia ed Egitto inizialmente presente. Sono state sollevate obiezioni riguardanti l’indeterminatezza del capo d’imputazione, sostenendo che non viene addebitata una condotta specifica a ciascun imputato. Altri avvocati hanno messo in discussione l’identità degli imputati stessi, affermando una mancanza di informazioni chiare che possano consentire una difesa adeguata. Queste obiezioni hanno portato a un acceso dibattito in aula tra le parti coinvolte nel processo.
La Questioni di Giurisdizione e il Dibattito sull’Accusa di Tortura
Il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco ha ribadito l’importanza di procedere con il processo nonostante le contestazioni sollevate dalle difese degli imputati. Si è discusso sull’accusa di tortura, con l’avvocato di parte civile Ballarini sottolineando che il sequestro di persona in Egitto, dove avvengono numerosi casi di sparizioni, costituisce indubbiamente un atto di tortura mentale e fisica. La difesa degli imputati ha contestato la presenza di un dolo intenzionale specifico nell’accusa di tortura, mettendo in discussione la giurisdizione italiana per procedere con il processo.Il pubblico ministero ha risposto alle obiezioni sollevate, sottolineando che la Corte Costituzionale ha confermato la validità delle accuse mosse dalla procura, inclusa l’accusa di tortura. Si è discusso anche dell’identificazione degli imputati, con il pm che ha presentato documenti che attestano l’identità degli agenti coinvolti nel caso Regeni. Il tribunale si è riservato la decisione e si pronuncerà in merito durante la prossima udienza fissata per il 18 marzo alle 9,30.