Missione Militare nel Mar Rosso: L’Italia a Tutela di Gas e Petrolio
Italia, protagonista di una nuova missione militare nel Mar Rosso, si prepara a difendere non solo la libertà di navigazione, ma soprattutto le preziose risorse di greggio e Gnl. Secondo FederPetroli, il nostro paese assumerà il comando tattico dell’operazione, in quanto una significativa percentuale delle importazioni italiane di greggio e Gnl transita attraverso la rotta del Canale di Suez. Greenpeace sottolinea che nonostante gli sforzi per la decarbonizzazione, la maggior parte delle spese per le missioni militari italiane è ancora legata alla difesa delle fonti fossili.
La Preoccupazione del Ministro della Difesa e degli Esteri
Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha evidenziato come l’abbandono della rotta del Canale di Suez abbia coinvolto non solo le navi portacontainer, ma anche le gasiere e le petroliere. Tale decisione ha già comportato ritardi nei trasporti di gasiere dirette in Italia, evidenziando la dipendenza dalle fonti fossili. Il Ministro ha inoltre messo in guardia sul possibile aumento dei costi di trasporto in caso di blocchi nei canali navigabili. Anche il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha espresso preoccupazione per i rischi che gli attacchi nel Mar Rosso rappresentano per le rotte commerciali e per i rifornimenti energetici dell’Europa meridionale, con particolare riguardo all’Italia.
La risposta occidentale agli attacchi Houthi nel Mar Rosso è stata rapida: gli Stati Uniti hanno lanciato l’operazione Prosperity Guardian per proteggere le navi mercantili, comprendente anche azioni preventive contro gli obiettivi Houthi. L’Italia, pur sostenendo l’iniziativa, ha deciso di non aderire alla task force angloamericana, inviando invece due fregate in attesa di partecipare ad Aspides, la missione difensiva dell’Unione Europea. Oltre all’impegno navale, l’Italia potrebbe contribuire inviando assetti aerei con capacità di sorveglianza per rafforzare la missione.
Impatto sulla Crisi Energetica e sui Prezzi
La crisi nel Mar Rosso ha già innescato un aumento dei prezzi, in particolare del gasolio, con prospettive di ulteriori rialzi in caso di prolungamento della situazione. L’attenzione si concentra sulle conseguenze di una possibile crisi energetica, amplificata dall’interruzione della rotta del Canale di Suez e dai problemi del Canale di Panama causati dal cambiamento climatico. L’Italia, pur avendo aderito a impegni per la decarbonizzazione, si trova ora a fronteggiare le sfide di una politica energetica ancora fortemente dipendente dalle risorse fossili, mettendo a rischio la sicurezza energetica e l’equilibrio geopolitico.