![Rapina a Cavallino-Treporti: la testimonianza di Maurizio Biondo sulla violenta aggressione subita 1 20240219 120822](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240219-120822.webp)
Rapina a Cavallino-Treporti: la testimonianza di Maurizio Biondo
La tranquilla serata di Maurizio Biondo, 62 anni, e della sua famiglia è stata interrotta da un incubo quando due rapinatori armati hanno tentato di fare irruzione nella loro villa a Cavallino-Treporti. La scena descritta dal padrone di casa è da brivido: “Lei (si riferisce alla moglie, che ha al fianco) era qui e gridava. Ho aperto la porta e mi sono trovato di fronte a due incappucciati, che subito mi hanno colpito sulla testa col calcio della pistola.”
Mentre la moglie gridava e Maurizio tentava di opporsi ai malviventi, la situazione è precipitata. Anche il figlio Alberto è intervenuto nella lotta contro i rapinatori: “Alberto, dammi una mano!”, ha urlato il padre. La lotta si è spostata sulle scale della casa, con padre e figlio che cercavano disperatamente di respingere i criminali: “I due sono rotolati giù dalle scale con mio figlio e sono finiti sul pianerottolo di sotto.”
Un’aggressione violenta e spietata
Mentre la famiglia Biondo cercava di difendersi, uno dei rapinatori ha sparato un colpo di pistola, causando il panico generale. Maurizio ha raccontato: “Ho sentito un colpo di pistola… Non pensavo fosse vera ma una scacciacani.” La violenza dell’aggressione ha costretto il padre di famiglia a lottare non solo per proteggere se stesso, ma anche per salvaguardare la vita di suo figlio: “Chiamavo Alberto per darmi una mano ma lui mi ha detto: ‘Non ce la faccio, mi hanno sparato’.”
L’escalation di terrore ha portato il rapinatore rimasto dentro la casa a minacciare Maurizio con la pistola caricata, intimandogli di tacere o sarebbe stato sparato. Nonostante la paura e la violenza subita, il coraggio del padrone di casa è emerso quando ha deciso di affrontare il criminale, anche se alla fine i rapinatori sono fuggiti senza portare a termine il loro intento: “Ha caricato la pistola e mi ha detto: ‘Stai zitto perché ti sparo’. Poi i due fuori sono rientrati a chiamarlo; lui, però, non voleva uscire… Alla fine se ne sono andati.”