![Sparo di Capodanno a Rosazza: la ricostruzione degli eventi e le testimonianze cruciali 1 20240219 091349](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240219-091349.webp)
Sparo di Capodanno a Rosazza: la ricostruzione degli eventi
La pistola l’ha sempre avuta Emanuele Pozzolo – Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dall’ispettore della polizia Pablito Morello, l’arma coinvolta nel tragico sparo avvenuto a Rosazza durante la notte di Capodanno è sempre stata in possesso di Emanuele Pozzolo. Come riportato dal quotidiano La Stampa, Morello ha fornito dettagli cruciali sulla dinamica degli eventi che hanno portato al ferimento di Luca Campana, genero del capo scorta del sottosegretario Andrea Delmastro. Durante la ricostruzione della scena successiva allo sparo, è emerso che il caposcorta si trovava accanto a Pozzolo sul lato sinistro, in piedi sopra un tavolo. Dopo il colpo, Pozzolo, evidentemente spaventato, ha lasciato cadere l’arma sul tavolo.
Successivamente, l’ispettore Morello ha preso in mano l’arma per evitare che questa urtasse il tavolo, descrivendo l’arma come ancora calda e fumante, percependo il calore sulla propria mano e appoggiandola sul tavolo. Interessante è il dettaglio che il Dna del figlio di Morello, Maverick, è stato rinvenuto sull’arma, poiché il figlio gliel’aveva consegnata per motivi di sicurezza. Tale testimonianza è fondamentale per comprendere il contesto che ha portato al coinvolgimento di terzi nell’incidente. Il test effettuato su Pozzolo dallo Stub ha confermato la dinamica degli eventi, mentre la perizia balistica dell’esperta Raffaella Sorropago è attesa per chiudere definitivamente l’inchiesta.
Analisi forense e testimonianze: i dettagli dell’indagine
La testimonianza dell’ispettore Morello ha gettato luce su dettagli cruciali che hanno contribuito a delineare la sequenza degli eventi. L’ispettore ha descritto con precisione come abbia preso in mano l’arma in modo istintivo per evitare danni al tavolo, rivelando la sua reazione immediata al calore emanato dall’arma ancora calda. Inoltre, la presenza del Dna del figlio di Morello sull’arma, come dichiarato, ha aggiunto un’ulteriore complessità alla vicenda, evidenziando il coinvolgimento indiretto di altri attori nella situazione.
Il ruolo della scienza forense, con il Ris di Parma che ha confermato la distribuzione uniforme dei rilievi sul soggetto e sui suoi indumenti, ha fornito ulteriori elementi per comprendere meglio la dinamica dello sparo avvenuto a Rosazza. L’ipotesi di un’esposizione diretta sull’arma è stata avvalorata da tali risultati, contribuendo alla costruzione di una narrazione più chiara dei fatti. Resta ora da attendere la perizia balistica dell’esperta Raffaella Sorropago, la cui analisi potrà essere determinante per porre definitivamente fine all’inchiesta in corso.