No alla richiesta di analisi dei reperti nel caso Yara Gambirasio: la decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha emesso un verdetto categorico riguardo alla richiesta di analisi dei reperti nel caso Yara Gambirasio, dichiarandola inammissibile. I legali di Massimo Bossetti, condannato per l’omicidio della giovane, avevano chiesto di poter esaminare da vicino i materiali raccolti durante le indagini, tra cui i leggings, lo slip e altri campioni di DNA. Tuttavia, la Cassazione ha stabilito che la richiesta di ulteriori accertamenti scientifici non sarebbe stata accettata.
Solo visione dei reperti, senza ulteriori analisi
I difensori di Bossetti avrebbero avuto l’opportunità di visionare i reperti durante un’udienza, ma tale possibilità è stata vanificata a causa di questioni procedurali. La richiesta era finalizzata esclusivamente alla visione dei materiali senza la possibilità di effettuare ulteriori test o prelievi. La decisione della Cassazione ha quindi delimitato il campo d’azione delle attività difensive preliminari, impedendo ulteriori approfondimenti scientifici da parte della difesa.
La reazione dei legali e la polemica sulle analisi
La reazione dei legali di Massimo Bossetti è stata vivace e carica di frustrazione. Claudio Salvagni, uno degli avvocati, ha manifestato il proprio dissenso riguardo alla decisione della Cassazione, esprimendo dubbi sulla giustizia stessa. Salvagni ha dichiarato: ‘Al netto della lettura delle motivazioni per esprimere un giudizio ponderato, la prima impressione è che quanto accaduto sia incredibile al punto di farmi dubitare che la giustizia esista. Il potere vince sempre.’
Reperti intoccabili e presunte prove a favore dell’innocenza
Nonostante le analisi condotte in passato abbiano confermato la corrispondenza del profilo genetico di Massimo Bossetti con quello trovato sulle mutandine della vittima, i legali continuano a sostenere l’innocenza del condannato. Salvagni ha affermato: ‘Se su Massimo Bossetti possono esserci ancora colpevolisti e innocentisti magari al 50 e 50, al 100% si può affermare che in quei reperti c’è qualcosa che noi non possiamo accertare: c’è la risposta che Massimo è innocente.’
Il valore delle prove scientifiche e la conferma della sentenza
La Corte di Cassazione, nel confermare nel 2018 la condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti, ha sottolineato l’importanza delle analisi biologiche condotte. Secondo la Cassazione, le prove scientifiche presentate durante il processo avevano un ‘valore di prova piena’. Questo ha portato uno dei legali della famiglia di Yara Gambirasio, Enrico Pelillo, a definire la decisione attuale della Cassazione come ‘ineccezionale dal punto di vista del diritto e del buon senso’.
In conclusione, la vicenda legale attorno al caso Yara Gambirasio continua a sollevare polemiche e interrogativi, mentre la decisione della Cassazione di respingere la richiesta di ulteriori analisi sui reperti sembra aver chiuso definitivamente una porta nella ricerca della verità.