La polemica sulla valutazione scolastica: dal sintetico al descrittivo e viceversa
Da ottimo a insufficiente: un cambio di rotta nel sistema di valutazione scolastica sta scuotendo l’ambiente educativo italiano. Il governo ha deciso di cancellare la riforma della valutazione descrittiva per i bambini, ripristinando i giudizi sintetici che vanno dall’insufficiente all’ottimo. Questo cambiamento, proposto dall’emendamento inserito nel disegno di legge sulla revisione del voto in condotta, ha suscitato reazioni contrastanti all’interno della comunità educativa.
Un ritorno al passato che divide opinioni e genera incertezza nelle scuole italiane. Mentre alcuni vedono questa mossa come un modo per semplificare le valutazioni e renderle più comprensibili per genitori e studenti, altri la considerano un passo indietro rispetto alla valutazione più inclusiva e formativa introdotta con la riforma del 2020. Il dibattito infiamma i social e le opinioni si dividono tra coloro che applaudono alla chiarezza dei giudizi sintetici e chi teme la perdita di progresso nel sistema educativo.
Le voci dalla scuola e dall’accademia: critiche e preoccupazioni
Le reazioni dalla comunità scolastica non si fanno attendere. Maria Rosa Lauricella, preside dell’istituto comprensivo Valente di Roma, esprime lo scoramento diffuso tra i docenti: ‘Sono nella scuola da 40 anni e ho visto di tutto nelle pagelle e nelle verifiche: lettere, numeri, giudizi. Il problema è che non facciamo a tempo a fermarci su un metodo di valutazione che lo cambiano.’ Questo costante cambiamento, che va dai giudizi ai voti numerici e ora di nuovo ai giudizi sintetici, crea confusione e instabilità nel sistema educativo.
Dall’accademia arriva una critica costruttiva da parte di Maria Mellone, docente di didattica della Matematica all’università Federico II di Napoli. Mellone sottolinea come l’annullamento della valutazione descrittiva possa compromettere gli sforzi di innovazione e rinnovamento compiuti nella scuola primaria. Il ritorno ai giudizi sintetici potrebbe mettere a rischio la responsabilità della scuola nell’implementare nuove riforme importanti e nel favorire l’inclusività e il progresso degli studenti.