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Scandalo al Carcere di Catanzaro: Traffico di Droga, Telefoni e Favoritismi
Arrestata l’ex direttrice del penitenziario di Catanzaro, Angela Paravati, insieme ad altre ventisei persone in seguito a pesanti accuse di concorso esterno. Tra gli arrestati figura anche l’ex comandante della polizia penitenziaria Simona Poli, un avvocato, detenuti e patenti di detenuti. Dodici persone sono, invece, indagate a piede libero.
Un Traffico Gestito da Gruppi Criminali
Secondo quanto emerso dalle indagini della procura antimafia di Catanzaro, l’istituto penitenziario sotto la direzione di Paravati si è trasformato in un vero e proprio mercato illegale. Droga, cellulari e favoritismi erano all’ordine del giorno, gestiti da gruppi criminali con la complicità di alcuni agenti penitenziari. La magistratura sottolinea come alcuni detenuti siano stati addirittura favoriti con escursioni all’esterno per visionare appartamenti in affitto.
Le accuse sono gravi, e la gestione del carcere è stata definita ‘inquietante’ dalle autorità competenti. Telefoni e droga entravano in modo illecito attraverso i pacchi delle famiglie o venivano introdotti da agenti corrotti, il tutto dietro compenso. Anche la direttrice Paravati non esitava a concedere favori personali, come accompagnare detenuti a eventi esterni, favoreggiando un clima di illegalità all’interno della struttura penitenziaria.
Un Sistema Ben Gestito Internamente
Secondo gli inquirenti, l’obiettivo della Paravati era garantirsi una gestione agevole del carcere e proiettare un’immagine positiva all’esterno per favorire la propria carriera. All’interno dell’istituto, i detenuti, insieme a poliziotti penitenziari e complici esterni, gestivano un sistema che garantiva un flusso costante di sostanze illegali e dispositivi tecnologici. La direttrice era a conoscenza di questa rete criminale e avrebbe cercato di coprirla attivamente, arrivando perfino a bloccare chiunque provasse a denunciare quanto stava accadendo.
Con il cambio di gestione nel 2022, il carcere ha subito una svolta. Nuove disposizioni hanno portato a lamentele e malcontento tra i detenuti coinvolti nei traffici illeciti. Le intercettazioni rivelano il disagio di alcuni detenuti di fronte alle nuove regole imposte dopo il trasferimento della Paravati, che sembrano aver interrotto pratiche consolidate nel tempo. Il coinvolgimento dell’ex direttrice sembra sempre più evidente agli occhi della magistratura, che sta cercando di fare luce su questa intricata vicenda.