![Tragedia e dolore: Alessia Capasso e Renée Amato legate dalla tragedia 1 20240216 011912](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240216-011912.webp)
Alessia Capasso e Renée Amato: Vite Intrecciate dalla Tragedia
Antonietta Gargiulo condivide il peso dell’incubo condiviso: “Ho sentito di nuovo gli spari, ho sentito i proiettili nella carne. Sono tornata nell’incubo, ai giorni terribili del 2018”. La cicatrice del passato si riapre, un ricordo doloroso che si fonde con la realtà attuale. Nel 2018, a Cisterna di Latina, il carabiniere Luigi Capasso ha compiuto un gesto indicibile, uccidendo le sue due figlie, Alessia e Martina, risparmiando solo Antonietta, la madre devastata.
Un Ciclo di Morte e Femminicidi
La tragedia torna a bussare a Cisterna di Latina, dove un finanziere di 27 anni ha sparato e ucciso Nicoletta Zomparelli e Renée Amato, madre e sorella della sua ex compagna. Due casi che si intrecciano, due uomini delle forze dell’ordine che hanno scelto di usare le armi d’ordinanza in atti inqualificabili. La violenza si ripete, il dolore si moltiplica, e la comunità resta sconvolta di fronte a un destino crudele e implacabile.
Un Legame Attraverso la Danza e il Dolore
Renée Amato e Alessia Capasso avevano più di un legame: oltre alla tragedia che le ha colpite, condividevano la passione per la danza. Entrambe frequentavano la scuola di danza Mga Studios di Cisterna, un luogo di gioia trasformato in palcoscenico di dolore. Una foto del passato le ritrae insieme, sorridenti, con un trofeo vinto, testimoni di un passato felice ormai lontano. “Ora alzatelo dal cielo”, recita un post sui social della scuola, un’eco di ricordi e speranze spezzate.
Un Monito Contro l’Amore Deviato
L’appello di Antonietta Gargiulo è un grido di dolore e di speranza: “A San Valentino festeggiamo l’amore. Quale amore? Quello che uccide? Quello che usa le pistole? … a Cisterna di Latina ancora morte, ancora terrore. Sempre la stessa rabbia, lo stesso dolore. Nessuno è immune, nessuno al sicuro. Non è amore. Non è vita. Io continuo la mia battaglia. A Renèe, a Nicoletta, a tutte le donne e le giovani vite spezzate. Stop ai femminicidi”. Un monito contro un concetto deviato di amore, un richiamo alla realtà che si scontra con la brutalità degli atti compiuti.