Bonus Casa: Consulta boccia legge FVG discriminante
La Consulta ha emesso una sentenza controversa riguardante la legge del Friuli Venezia Giulia che regola i bonus casa per cittadini extracomunitari. Secondo la Corte, tale legge discrimina gli extracomunitari in quanto richiede documenti aggiuntivi per ottenere il contributo all’acquisto della prima casa, a differenza degli italiani e europei che possono fare una semplice autocertificazione. Questa disparità di trattamento è stata giudicata incostituzionale, poiché impedisce agli extracomunitari di attestare la non proprietà di altri alloggi neanche nel loro Paese d’origine.
La Consulta ha stabilito che il requisito imposto ai cittadini extracomunitari costituisce una forma di discriminazione ingiustificata, in quanto limita il loro accesso al bonus casa in maniera non prevista per gli altri cittadini. Questa decisione solleva interrogativi sul rispetto dei principi di uguaglianza e non discriminazione sanciti dalla Costituzione italiana e dalle normative europee. L’obbligo di presentare documenti aggiuntivi per i cittadini extracomunitari, secondo la Consulta, crea un divario di trattamento che non ha fondamento legale e che va contro i principi di parità sanciti dalla legge.
Accoglimento parziale del ricorso della Regione FVG
La Corte Costituzionale ha accolto parzialmente il ricorso presentato dalla Regione del Friuli Venezia Giulia riguardo al conflitto tra poteri derivante dalla controversia sulla legge dei bonus casa. In particolare, la Consulta ha annullato le sanzioni che erano state precedentemente comminate alla Regione dal Tribunale di Udine. Questo rappresenta un momento di riconciliazione tra gli enti coinvolti nella controversia, sottolineando la necessità di risolvere le divergenze attraverso il dialogo istituzionale e nel rispetto delle competenze specifiche.
La decisione della Consulta di annullare le sanzioni contro la Regione del Friuli Venezia Giulia rappresenta un segnale di distensione e apertura al confronto costruttivo tra le istituzioni coinvolte. Questo passo potrebbe favorire un clima di maggiore cooperazione e collaborazione tra la Regione e le autorità centrali, promuovendo un dialogo costruttivo per risolvere le controversie e garantire il rispetto dei principi costituzionali.