La libertà di Michele Misseri: un’ombra sull’omicidio di Sarah Scazzi
Michele Misseri, protagonista di uno dei casi di cronaca nera che ha scosso l’Italia, è tornato alla libertà dopo otto anni di reclusione. Condannato in terzo grado per la morte della nipote Sarah Scazzi, il 69enne di Avetrana ha lasciato il carcere di Lecce beneficiando di una riduzione di pena per buona condotta. Questa decisione ha sollevato polemiche e aperto vecchie ferite legate a un delitto che ha segnato profondamente il paese.
Le dichiarazioni dall’ombra
Da una località segreta, Michele Misseri ha parlato alla stampa, ribadendo di sentirsi l’unico colpevole della morte della giovane Sarah. Ha espresso disappunto per il trattamento ricevuto dalla legge, affermando: ‘Non è giusto, la legge non ha fatto le cose giuste’. Nonostante le sue diverse versioni sull’omicidio nel corso degli anni, Misseri continua ad auto-incriminarsi, sostenendo che le vere colpe dovrebbero essere attribuite alla moglie e alla figlia, entrambe attualmente in carcere.
In un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale, la criminologa Roberta Bruzzone ha sottolineato l’incoerenza delle versioni di Misseri e l’incapacità dell’uomo di fornire dettagli precisi sull’accaduto. Secondo Bruzzone, Misseri avrebbe tentato di proteggere la famiglia, creando confusione sulle dinamiche del delitto. Questa nuova fase di libertà per l’uomo riapre dibattiti sul caso e suscita domande sulla verità dietro la tragica morte di Sarah Scazzi.