Nessun processo per Attanasio e Iacovacci: l’immunità diplomatica prevale
La decisione del gup di Roma Marisa Mosetti di non procedere con il processo per la morte dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, avvenuta in Congo nel febbraio del 2021, si basa su un difetto di giurisdizione legato all’immunità diplomatica. Questa scelta ha sollevato diverse reazioni, compresa l’annuncio della Procura di Roma di impugnare la decisione in Corte d’Appello. La Farnesina ha sostenuto che gli atti presentati finora hanno una ‘natura dichiarativa e non costitutiva dell’immunità funzionale’.
Salvatore Attanasio, il padre dell’ambasciatore defunto, ha commentato con amarezza la decisione, affermando: ‘Non sono un giurista ma per i nostri legali c’erano margini. È mancato il coraggio, quel coraggio che non ha avuto lo Stato non lo hanno avuto neanche i giudici’. Anche i familiari di Iacovacci, presenti durante la decisione del gup, si sono espressi con delusione e amarezza, ma rimangono in attesa dei prossimi sviluppi che verranno intrapresi dalla Procura. La lotta per la verità sembra essere ancora lungi dall’essere conclusa.
La situazione in Congo peggiora: violenza e instabilità persistono
Nella regione orientale della Repubblica democratica del Congo (Rdc), dove si è consumato l’agguato contro Attanasio e Iacovacci, la situazione si aggrava costantemente. I civili continuano a essere vittime di violenze e a fuggire dai combattimenti tra diverse milizie attive sul terreno, come l’M23 sostenuto dal Ruanda, e le Forze di difesa congolesi (Fardc). Nonostante la presenza di contingenti multinazionali per proteggere la popolazione, tra cui la Missione di stabilizzazione dell’Onu in Congo (Monusco) e la forza della Comunità dell’Africa orientale (Eac), si assiste a un progressivo ridimensionamento delle operazioni.
La Missione dell’Africa meridionale nella Rdc (Samidrc), guidata dal Sudafrica con l’invio di 2900 soldati, si prepara a fronteggiare una situazione di crescente instabilità. Le violenze e gli scontri armati continuano a minare la pace e la sicurezza della regione, con ripercussioni anche sulla popolazione civile. L’escalation di tensioni e la presenza di gruppi armati rendono urgente trovare soluzioni per garantire la stabilità e proteggere i civili innocenti coinvolti in un conflitto che sembra non conoscere tregua.