![L'Italia decide di non consegnare Gabriele Marchesi all'Ungheria: una decisione cruciale per i diritti fondamentali 1 20240213 222122](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240213-222122.webp)
L’Italia decide: non consegnerà Gabriele Marchesi all’Ungheria
La Corte d’appello di Milano ha emesso una decisione importante riguardo a Gabriele Marchesi, il 23enne milanese coimputato con Ilaria Salis per un’aggressione a militanti di estrema destra a Budapest. Secondo il sostituto procuratore Giulio Benedetti, ‘mancano garanzie sul trattamento carcerario in Ungheria’. La Corte ha posticipato il procedimento al 18 maggio e ha chiesto informazioni dettagliate sulle possibili misure cautelari alternative da adottare.
Inizialmente, Marchesi era stato messo ai domiciliari lo scorso novembre per un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità ungheresi. Tuttavia, la Corte d’Appello di Milano aveva respinto l’estradizione poco dopo, citando una ‘sproporzione tra i fatti contestati e la sanzione prospettata’. Secondo i legali di Marchesi, l’Ungheria non ha fornito risposte adeguate sul trattamento carcerario e ha mostrato un atteggiamento sprezzante in diverse occasioni.
Le preoccupazioni sul sistema carcerario ungherese
I difensori di Marchesi hanno evidenziato le condizioni del sistema carcerario ungherese come motivo chiave per opporsi alla consegna del loro assistito. L’avvocato Eugenio Losco ha dichiarato in aula: ‘È stato ben visibile ciò che è accaduto il 29 gennaio a Salis in udienza a Budapest. Tutti i detenuti in Ungheria vengono portati in udienza trattenuti al guinzaglio’. Questo comportamento solleva serie preoccupazioni sui diritti umani e sul trattamento degli imputati nel sistema penitenziario ungherese.
Le critiche non si limitano solo al trattamento in aula, ma si estendono anche alle condizioni generali delle carceri ungheresi. L’avvocato difensore ha sottolineato che l’Ungheria è stata oggetto di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea per i trattamenti riservati ai detenuti. Questo contesto solleva dubbi significativi sulla sicurezza e sul rispetto dei diritti fondamentali nel sistema penitenziario dell’Ungheria, rendendo legittima l’esitazione da parte delle autorità italiane nel consegnare Marchesi.
La richiesta di informazioni aggiuntive all’Ungheria
La Corte d’appello di Milano ha deciso di richiedere ulteriori informazioni all’Ungheria riguardo alle misure cautelari alternative possibili per Gabriele Marchesi. Questa mossa dimostra la volontà di valutare attentamente le opzioni disponibili per garantire un trattamento giusto ed equo all’imputato, considerando le preoccupazioni sollevate sui sistemi carcerari tra i due paesi.
La decisione di non consegnare Marchesi all’Ungheria riflette la necessità di assicurare che i diritti e la dignità di un individuo siano tutelati in qualsiasi procedura legale. In un contesto in cui le disparità nei sistemi giudiziari e carcerari possono influenzare il trattamento degli imputati, è fondamentale adottare un’approccio attento e basato sui principi fondamentali della giustizia e dei diritti umani.