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Truffa a un ex senatore leghista: il racconto di un colpo ben orchestrato
Un’ex figura politica di spicco, un ex senatore leghista, è finita nel mirino di una truffa magistralmente orchestrata da Gennaro Di Gennaro, un individuo con un passato segnato da precedenti penali. L’uomo, 48 anni di Marano di Napoli, è stato arrestato a Milano in merito a due episodi di frode ai danni di anziani. In questo specifico caso, la vittima è stata depistata con l’inganno del “finto incidente”, coinvolgendo il presunto coinvolgimento del figlio in un grave sinistro stradale nella provincia di Bergamo.
In seguito al presunto incidente, un falso carabiniere si è messo in contatto con l’anziano politico, richiedendo il pagamento di una cauzione di 8.500 euro per il rilascio del presunto figlio in stato di fermo. Pochi istanti dopo, un avvocato fasullo si è presentato presso l’abitazione della vittima per ritirare la somma concordata, ottenendo, invece, gioielli, orologi di valore superiore a 200 mila euro e 2.500 euro in contanti.
Le vittime e il modus operandi dell’inganno
Una truffa simile è stata perpetrata nove giorni prima a Brera ai danni di una coppia di anziani ultranovantenni. Anche in questo caso, la coppia è stata contattata telefonicamente con la menzogna riguardante un presunto incidente del figlio. La coppia, convinta della veridicità della storia, ha consegnato sette orologi pregiati, tra cui Audemars Piguet, Omega, Iwc, Eberhard e Blacpain, insieme a una carta di credito.
Gli investigatori della squadra Mobile sono riusciti a identificare il truffatore attraverso analisi delle telecamere, testimonianze di un tassista che lo ha trasportato sul luogo dell’incontro e le dichiarazioni delle vittime coinvolte. Le prove raccolte, inclusi i dettagli sulle celle telefoniche, hanno portato a individuare Di Gennaro come l’artefice di queste truffe mirate agli anziani. Nonostante la richiesta iniziale di una misura cautelare respinta nel 2023, il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso dei magistrati Eugenio Fusco e Cristian Barilli, confermando la detenzione preventiva dell’imputato.