Barman dell’Armani cafè uccide la compagna incinta
Il barman dell’Armani cafè, Alessandro Impagnatiello, si trova al centro di un processo sconvolgente per l’omicidio della compagna incinta Giulia Tramontano. Con 37 coltellate, ha messo fine alla vita di Giulia, in attesa del loro figlio Thiago. Durante l’udienza, le immagini del corpo carbonizzato di Giulia sono state proiettate in aula, mostrando l’orrore di quanto accaduto. Impagnatiello ha mostrato segni di sgomento solo di fronte alla crudele realtà di ciò che ha compiuto, alzando gli occhi solo brevemente.
La macabra scoperta del corpo di Giulia
Nell’aula del processo, le testimonianze hanno rivelato dettagli agghiaccianti sul destino di Giulia. Dopo aver massacrato la compagna, Impagnatiello ha tentato in due occasioni di bruciare il suo corpo per farlo sparire. Il primo tentativo è avvenuto nel bagno dell’appartamento che condividevano, mentre il secondo si è svolto nel garage. L’assassino confessò il desiderio di far sparire ogni traccia di lei e del bambino, motivo che lo spinse a compiere tali atti disumani.
Le ricerche effettuate sul web dall’assassino a dicembre, ben cinque mesi prima del delitto, svelano una preparazione meticolosa. Dalle parole digitate come ‘veleno per topo incinta’ a ‘rimuovere macchie di sangue’, emerge la freddezza e la pianificazione di Impagnatiello nel commettere l’omicidio. Anche durante la testimonianza del maresciallo Pasquale Alfieri, emersero dettagli scioccanti sulle azioni dell’assassino, come la ricerca su ‘quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona’.
Una vicina di casa racconta l’orrore
Una vicina di casa ha rivelato di aver udito una lite seguita dal silenzio nella casa di Giulia e Impagnatiello, segno che qualcosa di terribile era accaduto. La testimonianza della vicina conferma il clima di paura e violenza che ha preceduto l’omicidio, descrivendo la brevità della lite seguita dal silenzio che ha svelato la fine tragica di Giulia. Le indagini hanno confermato che la vittima è stata colpita con la prima coltellata da dietro, seguita da altre 36 ferite che le hanno tolto la vita.
Il maresciallo della stazione di Senago ha sottolineato l’odore di benzina nella casa, in parte mascherato da profumo di lavanda, rivelando la mancanza di veridicità nelle spiegazioni di Impagnatiello. Il barman ha tentato di giustificare la presenza di benzina come conseguenza di un incidente, nascondendo così la sua reale intenzione di bruciare il corpo di Giulia per cancellare ogni traccia del terribile crimine commesso.