“Cinquemila tonnellate di rifiuti nel torrente”: Arrestato imprenditore edile in Calabria
Disastro ambientale e rischio di esondazioni – Cinquemila tonnellate di rifiuti speciali sono stati sversati illecitamente nel torrente Valanidi, compromettendo la morfologia naturale del sito e aumentando il rischio di esondazione in caso di eventi pluviometrici estremi. Secondo la perizia disposta dalla Dda di Reggio Calabria, l’inchiesta condotta dai Carabinieri ha portato all’arresto di un imprenditore e al sequestro di un’azienda edile, la “Crucitti Group srl”. L’imprenditore Bruno Crucitti è stato collocato ai domiciliari per traffico illecito di rifiuti, disastro e inquinamento ambientale, attività non autorizzata di gestione dei rifiuti e occupazione abusiva di suolo pubblico.
Indagini e arresti – Le indagini sono partite a gennaio 2023 grazie ai Carabinieri della stazione di Rosario Valanidi, che hanno scoperto lo sfruttamento criminale del torrente. Gli investigatori hanno interrotto una serie di reati, definiti tra i più pericolosi per l’ambiente e l’incolumità pubblica. L’accusa sostiene che la “Crucitti Group Srl” agisse senza le necessarie concessioni e autorizzazioni ambientali, trasportando abusivamente ingenti quantità di inerti per ottenere profitti illeciti. I rifiuti venivano scaricati in numerose discariche a cielo aperto lungo il torrente Valanidi, causando un disastro ambientale certificato dalla Procura antimafia.
Impatto ambientale e rischio per la comunità
Il risultato di queste attività illegali è stato un disastro ambientale che ha alterato la conformazione naturale del torrente Valanidi, considerato un corridoio ecologico tra due habitat protetti. Gli sversamenti illegali hanno creato barriere artificiali pericolose, compromettendo il decorso naturale delle acque e amplificando il rischio di esondazione, minacciando gli abitanti residenti nelle vicinanze. La Procura evidenzia che “l’accumulo di materiale inerte è diventato un importante amplificatore del pericolo di esondazione in una zona già a rischio idrogeologico”, con possibili effetti devastanti per la popolazione.
Secondo la perizia tecnica, le operazioni non autorizzate sui rifiuti hanno generato rischi significativi sull’ecosistema circostante. Si stima che 742 abitanti potrebbero essere potenzialmente colpiti da un’eventuale esondazione, con 57 edifici e numerose aziende a rischio di allagamento. La gip Mennella sottolinea che questo rischio è una diretta conseguenza dell’intervento illecito degli indagati, ricordando che la zona è stata colpita da una grave esondazione settant’anni fa, con gravi conseguenze per la comunità locale.