![Il rilascio di Michele Misseri: tra libertà e rimorso 1 20240211 162107](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240211-162107.webp)
Omicidio Sarah Scazzi: Michele Misseri esce di prigione
Michele Misseri, condannato a otto anni di carcere per aver gettato il corpo della nipote 15enne Sarah Scazzi in un pozzo ad Avetrana nel 2010, è stato rilasciato in anticipo per buona condotta e in virtù della norma ‘svuotacarceri’. Nonostante la sentenza che ha stabilito la responsabilità della moglie e della figlia di Misseri per l’omicidio, l’uomo ha continuato a sostenere di essere stato lui l’autore del delitto. In una lettera al quotidiano La Stampa, Misseri ha confessato: ‘Sono stato io. Ho detto la falsa quando accusai mia figlia. Sono stato mille e mille volte reo confesso.’
Libertà condizionata – Dopo la sua liberazione, Misseri ha espresso sensazioni contrastanti: ‘Mi sentivo più libero dentro, fuori mi sento invece incarcerato.’ L’avvocato che lo ha assistito ha dichiarato che l’uomo si trova in uno stato psicologico molto provato e ha manifestato il desiderio di trascorrere un periodo di solitudine. Al momento della scarcerazione, Misseri è stato accolto da una persona di fiducia e non è tornato ancora nella sua abitazione a Avetrana, luogo in cui avvenne il tragico omicidio.
Il ritorno alla normalità
Reinserimento difficile – Nonostante il desiderio di riprendere una vita ‘normale’, Misseri potrebbe affrontare delle difficoltà nel ritornare alla sua routine quotidiana. La sua casa è stata messa sotto osservazione e il Comune di Avetrana ha vietato temporaneamente la sosta e il passaggio veicolare nelle vicinanze, per evitare assembramenti e situazioni di tensione dovute all’attenzione mediatica sulla sua scarcerazione.
Emozioni contrastanti – Misseri ha espresso il desiderio di chiedere perdono alla figlia e alla moglie in carcere, sottolineando il suo senso di colpa e il rimorso per averli accusati ingiustamente. Nonostante la sua preparazione scolastica limitata, Misseri ha cercato di riscattarsi durante la detenzione, completando la terza media, partecipando a attività di volontariato e mostrando un’impegno per la giustizia per Sarah. La sua incertezza sul futuro e il senso di isolamento evidenziano le sfide che lo attendono dopo il periodo trascorso dietro le sbarre.