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Proteste ad alta tensione a Trento contro la gestione degli orsi
Duecento attivisti delle associazioni animaliste hanno invaso le strade del centro storico di Trento in una manifestazione ad alta tensione contro la gestione dei grandi carnivori da parte della Provincia autonoma. La protesta, organizzata ‘in ricordo di M90’, l’orso ucciso recentemente, ha messo sotto accusa il ddl ‘ammazza orsi’, in procinto di essere discusso in aula a marzo. Questa legge consentirebbe l’abbattimento di un massimo di 8 orsi l’anno per i prossimi tre anni, scatenando ulteriori polemiche e critiche da parte degli attivisti presenti al corteo.
Situaione critica: 62 orsi trentini uccisi, catturati o scomparsi
Secondo le stime di StopCasteller, negli ultimi 23 anni sono stati colpiti 62 orsi trentini, con varie sorti: alcuni sono scomparsi, altri sono stati uccisi per motivi poco chiari o per predazione interna. La lista include anche casi di cattura andati male, come quello di Daniza, morta per errore nel 2014. Questi numeri fanno emergere un quadro allarmante che suscita preoccupazione e indignazione tra gli attivisti e gli amanti degli animali, ponendo l’accento sulla necessità di una gestione più oculata e rispettosa della fauna selvatica.
Controversie e tensioni: Fugatti si difende e si blinda
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha risposto alle critiche difendendo la decisione di abbattere l’orso M90, giustificando l’atto come necessario per garantire la sicurezza pubblica. Fugatti ha ribadito il rispetto delle norme vigenti e il supporto delle istituzioni competenti nella gestione dell’orso ‘troppo confidente’. In risposta alle minacce ricevute in seguito all’abbattimento, Fugatti ha incrementato le misure di sicurezza, aumentando la sua scorta e prevedendo servizi di vigilanza anche per altri membri dell’amministrazione coinvolta.
Richieste di trasparenza e indagini: Enpa chiede l’autopsia su M90
L’Enpa ha avanzato una formale richiesta alla Procura di Trento per eseguire un’autopsia sul corpo dell’orso M90, al fine di chiarire le circostanze della sua morte. L’associazione esprime preoccupazione per il possibile prolungamento della sofferenza dell’animale e sollecita un’indagine approfondita sulle modalità dell’abbattimento. Questa richiesta si inserisce in un contesto di crescente pressione da parte delle associazioni animaliste per una maggiore trasparenza e responsabilità nelle azioni di gestione della fauna selvatica.
Pressione politica e appelli internazionali: la Lav attacca Fugatti
La Lav, attraverso un massiccio mail bombing indirizzato al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha espresso ferma condanna per l’uccisione dell’orso M90 e ha lanciato un appello urgente per fermare la ‘strage di orsi’ in atto. L’associazione ha evidenziato la necessità di una soluzione pacifica e ha criticato aspramente il presidente Fugatti, accusandolo di favorire politiche cruente e inaccettabili. La pressione politica e l’azione mediatica stanno aumentando, con la Lav che mira a coinvolgere un vasto pubblico per mettere sotto accusa le decisioni dell’amministrazione provinciale.
Interrogativi e accuse: Brambilla sfida Fugatti
La presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali, Michela Vittoria Brambilla, ha lanciato una serie di domande dirette al presidente Fugatti, mettendo in discussione le sue scelte e la trasparenza delle azioni compiute. Brambilla ha sollevato dubbi sulle alternative all’abbattimento, suggerendo soluzioni di trasferimento degli orsi e chiedendo dettagli riguardo alla morte di M90. Le accuse di mancanza di collaborazione e di trasparenza da parte dell’amministrazione provinciale sono al centro di un confronto acceso tra le istituzioni e le associazioni animaliste, che continuano a chiedere giustizia e rispetto per la vita selvatica.