Sergio Mattarella: Un Richiamo al Ricordo delle Foibe e degli Esuli Istriani e Dalmati
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, ha tenuto un discorso al Quirinale nel Giorno del Ricordo per onorare le migliaia di vittime delle foibe e degli esuli istriani e dalmati. Ha sottolineato che per troppo tempo queste vicende sono state oggetto di ‘un inaccettabile stravolgimento’. I sopravvissuti, tornati in Italia dopo la liberazione, si sono ritrovati ad essere considerati ‘esuli in patria’ e accolti con diffidenza, erroneamente associati al fascismo anziché essere visti come cittadini italiani.
Mattarella ha evidenziato che le sofferenze degli esuli istriani e dalmati sono state a lungo ignorate, trasformando le vittime in colpevoli e cancellando la loro drammatica storia dalla narrazione nazionale. Ha parlato di un ‘muro di silenzio e oblio’ che si è formato attorno alle sofferenze di migliaia di italiani massacrati nelle foibe o deportati nei campi di concentramento, sottolineando l’importanza di non dimenticare tali tragedie per la coscienza collettiva del popolo italiano.
Responsabilità del Fascismo e Invito a Guardare Avanti
Il Presidente Mattarella ha attribuito al fascismo la responsabilità nella guerra civile e nella persecuzione slava, sottolineando che la lotta di liberazione ha evitato la divisione del Paese, a differenza di quanto accaduto in Germania. Questa lettura contrasta con l’interpretazione unilaterale della destra al governo, rappresentata da figure come Ignazio La Russa e Giorgia Meloni. Mattarella ha invitato a non restare prigionieri di rancori e inimicizie, guardando al ruolo dell’Unione Europea come argine ai totalitarismi.
Il Presidente ha ricordato come nelle foibe siano finiti anche partigiani e antifascisti, innocenti cittadini italiani. Ha sottolineato l’importanza di guardare al futuro, citando l’esempio di unità tra Italia e Slovenia nel ricordo delle tragedie passate. Mattarella ha evidenziato che il ricordo delle foibe e degli esuli deve servire da lezione per prevenire conflitti sanguinosi, razzismo e nazionalismo esasperato, che ancora oggi minacciano la stabilità europea e globale.
Mattarella ha concluso il suo intervento mostrando come luoghi come Gorizia e Nova Gorica, una volta simboli di divisione, ora siano uniti come capitale europea della cultura 2025, dimostrando che le ferite del passato possono essere superate tramite la collaborazione e la memoria condivisa.