Coldiretti abbraccia la nuova genetica green
Coldiretti, l’associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, ha recentemente espresso un parere favorevole riguardo alla nuova genetica green. Questo approccio è stato definito come un cambiamento di posizione significativo rispetto alle battaglie passate. Contrariamente alle proteste contro la produzione di carne in laboratorio nel 2017, Coldiretti si è ora aperta alle nuove tecnologie di miglioramento genetico, come le Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea o Ngt).
In merito a queste nuove tecnologie, Coldiretti ha precisato che non c’è alcun legame con i vecchi OGM. Secondo l’associazione, tali tecniche non comportano l’introduzione di DNA estraneo alla pianta ma consentono di riprodurre in modo mirato i processi naturali dell’evoluzione biologica. Questo approccio è considerato cruciale per affrontare sfide come i cambiamenti climatici, la difesa della biodiversità e il perseguimento dell’obiettivo di sovranità alimentare. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha sottolineato l’importanza di queste nuove tecnologie per il settore agricolo.
La collaborazione tra agricoltori e ricerca pubblica
Una delle ragioni che ha spinto la maggior parte degli agricoltori italiani ad accogliere positivamente l’innovazione nel settore è la prospettiva di una collaborazione stretta tra gli stessi agricoltori e la ricerca pubblica. Secondo Ettore Prandini, questa sinergia è fondamentale per favorire la competitività delle imprese agricole e allontanare la logica dei brevetti detenuti dalle multinazionali delle sementi. La ricerca pubblica, afferma Prandini, deve sostenere concretamente gli agricoltori nell’ottica di una transizione ecologica reale.
Queste soluzioni pragmatiche riconosciute a livello europeo si integrano perfettamente con l’accordo storico siglato in Italia tre anni fa tra Coldiretti e la Siga (Società italiana di Genetica agraria). Questa collaborazione mira a preservare la biodiversità agricola italiana e migliorare l’efficienza del modello produttivo nazionale, promuovendo varietà più resistenti e con minori esigenze di agrofarmaci e acqua. L’obiettivo è quello di ottenere benefici in termini di sostenibilità ambientale, coinvolgendo anche ambientalisti e consumatori in un impegno di ricerca condiviso.