Coldiretti abbraccia la nuova genetica green
Coldiretti, l’associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, ha sorpreso molti osservatori con il suo sostegno alla nuova genetica green. Contrariamente alle attese di una resistenza ostinata al cambiamento nel settore agricolo, Coldiretti si è aperta alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. Questo cambio di direzione è emerso chiaramente con l’approvazione da parte del Parlamento europeo delle Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea o Ngt), consentendo la selezione di nuove varietà vegetali.
In merito alla distinzione fondamentale, Coldiretti ha sottolineato che le nuove tecnologie di miglioramento genetico Tea o Ngt non rientrano nella categoria degli OGM. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha chiarito che queste innovazioni non comportano l’introduzione di DNA estraneo nelle piante ma consentono una riproduzione mirata dei processi evolutivi naturali. Questo approccio si pone come risposta alle sfide legate ai cambiamenti climatici, alla salvaguardia della biodiversità e al raggiungimento dell’autosufficienza alimentare.
Un’alleanza per l’innovazione sostenibile
L’elemento che ha conquistato la maggioranza degli agricoltori italiani è la prospettiva di un partenariato tra agricoltori e ricerca pubblica nell’ambito dell’innovazione agricola. Secondo Ettore Prandini, la collaborazione con la ricerca pubblica favorirà la competitività delle imprese agricole, contrastando la logica dei brevetti delle multinazionali sementiere. Questo approccio si inserisce nell’ottica di una transizione ecologica che promuove soluzioni pratiche per ridurre l’utilizzo di input chimici e risorse naturali, nonché per affrontare le nuove sfide fitosanitarie causate dai cambiamenti climatici.
La partnership tra Coldiretti e la Società italiana di Genetica agraria (Siga) rappresenta un passo significativo verso l’innovazione sostenibile. Questo accordo, siglato tre anni fa in Italia, mira a preservare la biodiversità agricola nazionale e a potenziare l’efficienza del modello produttivo. L’obiettivo è sviluppare varietà più resilienti, con minori necessità di agrofarmaci e acqua, promuovendo la sostenibilità ambientale e coinvolgendo attivamente ambientalisti e consumatori. L’approccio sperimentale si concentra sull’applicazione diretta in campo, lontano dall’ambiente controllato dei laboratori, come sottolineato da Vittoria Brambilla: “È importante sperimentare. Se non sperimentiamo in campo aperto non possiamo sapere se queste tecnologie sono utili o no”.