La Cassazione e la giudice Apostolico: una vittoria inaspettata
La giudice Iolanda Apostolico ha ottenuto una vittoria inaspettata quando la Cassazione ha deciso di inviare il decreto Cutro sui migranti alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Questo decreto prevedeva una cauzione di quasi 5000 euro per evitare la reclusione temporanea dei migranti provenienti da Paesi considerati sicuri. Tale misura ha destato molte perplessità nel settore dell’immigrazione, portando infine la giudice Apostolico a intervenire, ritenendo la cauzione contraria alle norme dell’UE.
Il decreto Cutro aveva introdotto un nuovo istituto che obbligava i migranti ad attendere l’esito della richiesta di asilo in una struttura simile a un centro di permanenza per richiedenti asilo (Cpr), con la possibilità di evitare tale reclusione temporanea versando la cauzione richiesta. Questa somma fissa, indipendentemente dalla situazione economica o personale del migrante, sollevava interrogativi sulla sua legittimità e sull’equità della disposizione. La giudice Apostolico, seguita da altri colleghi, ha evidenziato le criticità della cauzione e ha trovato supporto nella decisione della Cassazione di sottoporre la questione alla Corte UE.
Le implicazioni della decisione della Cassazione
La Cassazione ha posto l’accento sul fatto che il diritto d’asilo è una materia di competenza europea prima ancora che nazionale. La decisione di inviare il decreto Cutro alla Corte UE è stata motivata dalla necessità di valutare se la cauzione imposta dall’Italia rispetti le normative europee. Si solleva il dubbio che tale disposizione possa creare disparità tra i migranti, discriminando coloro che non dispongono delle risorse necessarie per versare la cauzione. La Suprema Corte italiana ha sottolineato che il decreto potrebbe ostacolare l’accesso alla misura alternativa per chi non ha mezzi economici, minando così il principio di equità e proporzionalità nella gestione delle richieste di asilo.
Il governo si trova ora di fronte a una sfida importante, poiché la decisione della Corte UE potrebbe mettere in discussione una delle norme fondamentali del suo approccio alla gestione dell’immigrazione. L’eventualità che la Corte UE dia ragione alla Cassazione metterebbe in crisi il sistema delineato dall’esecutivo per contrastare l’arrivo dei migranti. La tensione tra il governo e la magistratura emerge chiaramente in questo caso, con posizioni divergenti che potrebbero portare a conseguenze significative per la politica migratoria italiana.