Europa: L’equilibrio precario tra sovranismo e conservatorismo
Giorgia Meloni, leader del partito di Fratelli d’Italia, si trova ad affrontare un delicato equilibrio politico nell’ambito delle elezioni europee. Il recente ingresso nel suo gruppo europeo dell’estremista francese Eric Zemmour ha sollevato non poche polemiche e preoccupazioni all’interno della coalizione conservatrice. Questo avvicinamento strategico, influenzato da una prospettiva sovranista, potrebbe avere conseguenze significative sul panorama politico europeo post-elezioni di giugno. L’obiettivo sembra essere quello di consolidare una fitta rete di alleanze per poter negoziare con forza e determinazione con le principali forze politiche europee, in primis il Ppe e i socialisti.
Il rischio di divisioni e conflitti identitari
La mossa di accogliere Zemmour nel proprio gruppo politico potrebbe tuttavia rivelarsi a doppio taglio. Le sue posizioni radicali, spesso anti-italiane e fortemente patriottiche, potrebbero creare non pochi problemi interni alla coalizione conservatrice. In particolare, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle potrebbero sfruttare le dichiarazioni di Zemmour per attaccare Meloni e il leader leghista Matteo Salvini. Quest’ultimo, da mesi impegnato a promuovere l’unità delle destre europee, ha però ricevuto un netto rifiuto da parte di Meloni e del vicepremier di Forza Italia, Antonio Tajani, riguardo a un’eventuale alleanza con l’ultradestra francese di Marine Le Pen e quella tedesca di Afd.
Il dilemma politico di Meloni si complica ulteriormente con l’ingresso di Nicolas Bay, esponente del partito di Zemmour, Reconquete, nell’Ecr. Questo evento sembra essere il risultato di una complessa operazione volta a influenzare l’orientamento sovranista dei conservatori europei. L’incertezza post-elettorale si fa sempre più evidente, sottolineando le difficoltà nel costruire un fronte unito e coeso all’interno dell’Europa. La formazione di un’ipotetica ‘Internazionale patriottica’ rischia di essere interpretata come un atto egoistico e nazionalista, ponendo Meloni in una posizione delicata di mediazione tra fazioni moderate ed estremiste.