Protesta Agricoltori a Roma: Accordi e Disagi
Le tensioni bruciano tra gli agricoltori in protesta che si sono radunati alle porte di Roma in una manifestazione che ha destato l’attenzione di tutta Italia. Giunti da diverse regioni, tra cui Umbria, Toscana, Alto Lazio e Abruzzo, i manifestanti hanno stabilito un presidio fisso in un terreno privato vicino a via Nomentana 1111, a pochi chilometri dal quartiere Città Giardino-Montesacro. L’obiettivo è marciare per la città fino a raggiungere simboli iconici come il Colosseo o il Circo Massimo.
La difficile mediazione tra le varie anime della protesta agricola si riflette nel tentativo di concordare le modalità della manifestazione. Da una parte c’è l’ex leader dei Forconi, Danilo Calvani, che ha proposto una nuova mobilitazione per la prossima settimana. Dall’altra, c’è il movimento ‘Riscatto Agricolo’ guidato da Salvatore Fais, principalmente proveniente dalla Toscana. Dopo intense negoziazioni, è stata assegnata loro piazza San Giovanni, con una capienza limitata a 1.500 persone e dieci trattori, simbolo della ribellione agricola che si sta diffondendo in Italia.
Limiti e Rifiuti: la Protesta a ‘Numero Chiuso’
La protesta degli agricoltori si terrà a numero chiuso, con rigide restrizioni imposte per garantire l’ordine pubblico e il rispetto degli altri cittadini. Non ci sarà alcun corteo per evitare possibili problemi e disagi alla circolazione. Le forze dell’ordine guideranno i dieci mezzi e i manifestanti al luogo della manifestazione, programmata per l’alba del 9 febbraio. Tuttavia, la richiesta di sfilare lungo il Raccordo Anulare è stata respinta da Palazzo Valentino sin dall’inizio, poiché avrebbe creato caos nel traffico cittadino, compromettendo la quotidianità di Roma.