La Qualità dell’Aria in Italia: Lotta Continua contro l’Inquinamento
La situazione dell’inquinamento atmosferico nelle città italiane continua a destare preoccupazione, come evidenziato nel recente report di Legambiente ‘Mal’aria di città 2024’. Nonostante alcuni segnali positivi nel 2023, con una riduzione dei livelli di inquinanti atmosferici, le città stentano a compiere passi significativi verso un effettivo miglioramento della qualità dell’aria. Il report ha esaminato i dati del 2023 riguardanti i capoluoghi di provincia, focalizzandosi sui livelli di polveri sottili (PM10, PM2.5) e del biossido di azoto (NO2).
Le Fonti di Emissione e i Principali Inquinanti
Le fonti di emissione degli inquinanti sono ormai ben identificate, con il riscaldamento a biomasse e i trasporti che giocano un ruolo significativo nella produzione di particolato PM10 e PM2.5 e NO2. Gli studi condotti nel corso degli anni hanno permesso di individuare con precisione le principali fonti di inquinamento atmosferico, che vanno dal riscaldamento a biomasse ai trasporti su strada.
Il biossido di azoto (NO2) rappresenta uno dei principali inquinanti atmosferici, con effetti nocivi per la salute umana. Questo gas, di colore rosso-bruno e odore pungente, può causare gravi problemi respiratori e oculari, portando a bronchiti, edemi polmonari e persino decessi. Inoltre, contribuisce alla formazione dello smog e, trasformandosi in acido nitrico, favorisce il fenomeno delle ‘piogge acide’.
La Necessità di Interventi Urgenti e Multisettoriali
Per promuovere una mobilità sostenibile e inclusiva, è fondamentale accelerare l’adozione di misure mirate. Gli investimenti massicci nel trasporto pubblico, la diffusione della mobilità elettrica condivisa e la promozione della mobilità a zero emissioni per il trasporto merci sono azioni cruciali. Inoltre, trasformare le città attraverso Zone a Traffico Limitato (ZTL), Zone a Emissioni Zero (ZEZ) e incentivi allo smart working sono passi essenziali per tutelare la salute pubblica e migliorare la qualità della vita cittadina.
In una prospettiva sistemica e ampia delle Zone a Basse Emissioni (LEZ), è necessario considerare anche il settore del riscaldamento. Vietare progressivamente le caldaie a biomassa nelle aree critiche e incentivare l’adozione di tecnologie a emissioni ridotte sono azioni cruciali per ridurre l’impatto dell’inquinamento atmosferico. Inoltre, promuovere un utilizzo sostenibile della biomassa per fini energetici può contribuire a mitigare l’emissione di inquinanti.
L’inquinamento di origine agricola rappresenta un’altra sfida da affrontare, con le emissioni provenienti da attività agricole spesso rilevanti quanto quelle di natura industriale o urbana. È essenziale adottare buone pratiche agricole e normative più stringenti per ridurre le emissioni di ammoniaca, un precursore delle polveri sottili. Inoltre, il monitoraggio e il controllo delle emissioni agricole sono cruciali per preservare la qualità dell’aria.
‘Ancora una volta l’obiettivo di avere un’aria pulita nei centri urbani italiani rimane un miraggio’, afferma Andrea Minutolo di Legambiente. ‘Serve un cambio radicale con misure strutturali e integrate per contrastare efficacemente le varie fonti di inquinamento. I dati del 2023 mostrano un processo di riduzione delle concentrazioni inesistente o troppo lento, evidenziando la necessità di interventi immediati e incisivi per proteggere l’ambiente e la salute pubblica.’