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Scandalo a Perugia: Dipendente Comunale Coinvolto nello Spaccio di Droga
Perugia si trova al centro di uno scandalo che coinvolge un dipendente comunale nel traffico di droga nel territorio cittadino e dell’hinterland. Le indagini condotte dai finanzieri del Comando provinciale di Perugia hanno portato all’esecuzione di un’ordinanza che ha coinvolto sei persone, di cui quattro destinate alla custodia in carcere, una agli arresti domiciliari e un’altra con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Questo caso ha destato preoccupazione e sconcerto tra i cittadini locali.
Origini e Relazioni dei Soggetti Coinvolti
Secondo il procuratore capo Raffaele Cantone, gli indagati sono di varie nazionalità, tra cui italiana, albanese e dominicana, tutti residenti nel territorio del Perugino. L’indagine ha avuto inizio grazie a una segnalazione della polizia locale riguardante sospetti rifornimenti di carburante per un mezzo di proprietà del Comune, utilizzato da un dipendente assunto come operaio. I successivi accertamenti hanno svelato collegamenti del dipendente comunale con un individuo proveniente dalla Campania, già detenuto a Capanne e ammesso al lavoro esterno, in contatto con altri soggetti, anche loro ex detenuti, coinvolti nello spaccio di droga.
Le indagini delegate al Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Perugia hanno evidenziato che il dipendente comunale, affiancato da uno dei detenuti ammessi al lavoro esterno, potrebbe aver avuto un ruolo nel traffico e trasporto di stupefacenti. Utilizzava il mezzo fornito dal Comune per svolgere queste attività illecite, anche durante l’orario lavorativo. Cantone ha dichiarato che il dipendente riceveva una ricompensa “in natura” sotto forma di droga, che sembra consumasse egli stesso.
Dettagli sul Traffico di Droga e le Attività Illecite
Il capo dell’operazione di spaccio sembrava essere il detenuto “ammesso al lavoro all’esterno”, individuato come pluripregiudicato e attualmente residente a Umbertide. Le indagini hanno rivelato che questo individuo manteneva saldi legami con ambienti criminali, riuscendo a procurarsi hashish e cocaina attraverso canali consolidati. Il procuratore ha sottolineato che non vi sono state prove di rieducazione o emendamento per lui e gli altri coinvolti, indicando un fallimento dell’opera di rieducazione sociale.
Durante le indagini, che sono durate solo due mesi, sono state documentate cessioni di 1.700 grammi di hashish e 800 grammi di cocaina. Durante le perquisizioni domiciliari, sono stati sequestrati oltre un chilo di hashish in panetti, oltre a somme in contanti. In un bar gestito da uno degli indagati a Ponte San Giovanni, sono stati trovati ulteriori 100 grammi di hashish e denaro contante. Questo scandalo ha scosso la comunità locale, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza pubblica e l’integrità delle istituzioni.