![Scandalo dei fondi europei: truffe, falsa intestazione ed estorsioni dei clan mafiosi nei Nebrodi 1 20240207 102407](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240207-102407.webp)
Messina: truffe, falsa intestazione ed estorsioni: i clan mafiosi e i fondi europei
Migliaia di euro provenienti dall’Unione Europea sono finiti nelle casse dei clan mafiosi dei Nebrodi, in particolare dei Batanesi e dei Bontempo Scavo, famiglie specializzate nelle truffe sui fondi europei destinati all’agricoltura. L’operazione “Nebrodi 2”, condotta dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio insieme ai Ros e ad altre forze dell’ordine, ha portato all’arresto di 23 persone su 60 indagate e al sequestro di 349 titoli Agea e oltre 750mila euro. Questo ennesimo colpo alla criminalità organizzata ha svelato un intricato sistema di frode che coinvolgeva diverse province.
Le stesse famiglie al vertice delle truffe sui fondi europei
Nonostante le condanne inflitte nel maxi processo “Nebrodi” a membri delle famiglie Bontempo Scavo e Batanesi, il sistema di frode sui fondi europei ha continuato a prosperare con le stesse famiglie al centro. Nell’inchiesta che si estende su varie province, sono stati arrestati esponenti di spicco come Salvatore Bontempo Scavo, Salvatore Giglia, Albio Cammareri, Sebastiano Bontempo Scavo, Carmelo Bontempo Scavo e Sebastiano Bontempo Scavo. I collaboratori di giustizia hanno svolto un ruolo cruciale nel far emergere le intricate reti criminali che hanno intessuto una tela di truffe e false intestazioni per accaparrarsi i fondi agricoli europei.
Truffe e titoli tossici: l’ingegnoso sistema dei clan mafiosi
L’Unione Europea eroga fondi agricoli attraverso l’Agea, ma i clan mafiosi hanno escogitato un sistema sofisticato per ottenere illegalmente il contributo. Ricorrendo a prestanome e “titoli tossici”, falsificano le intestazioni di terreni al fine di accumulare un numero maggiore di “titoli” e ottenere ingiustamente finanziamenti pubblici. I Bontempo Scavo e i Batanesi, ad esempio, utilizzavano un doppio escamotage per eludere i controlli, intestando terreni a congiunti incensurati o dichiarando la disponibilità di terreni pubblici o del demanio come parte delle loro aziende agricole. Queste pratiche ingannevoli hanno permesso loro di dichiararsi “allevatori attivi” e ottenere illegalmente fondi europei destinati all’agricoltura.
L’estorsione e l’inganno: i loschi affari dei clan mafiosi
Tra le molteplici attività illecite dei clan mafiosi, spicca anche l’estorsione di imprese che operano su progetti pubblici. Gli investigatori hanno raccolto testimonianze di episodi di estorsione come quello di un’impresa calabrese coinvolta nella realizzazione di lavori per un metanodotto. I pagamenti, effettuati a Pasqua e Natale, venivano spesso soggetti a estorsioni che coinvolgevano somme considerevoli. Questi loschi affari hanno gettato luce su un sistema criminale complesso che si nutre di frodi, estorsioni e inganni per lucrare sulla spesa pubblica destinata allo sviluppo agricolo e infrastrutturale.