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Caso Salis: Renzi attacca Meloni
Matteo Renzi, in un duro attacco contro la presidente del Consiglio, ha rievocato un episodio controverso legato ai marò italiani detenuti in India. Renzi ha affermato: “Ricordo una frase che Giorgia Meloni ha detto a me quando ero premier. C’erano i due marò che erano detenuti in India con un’accusa di omicidio. Il governo di allora portò i marò ad avere gli arresti domiciliari presso la residenza dell’ambasciatore. Poi, con il mio governo, quei due marò sono stati riportati a casa. Allora Giorgia Meloni disse che io ero un eunuco”.
Roberto Salis, padre di Ilaria Salis, ha espresso la sua profonda delusione dopo una giornata diplomatica tra Italia e Ungheria. Salis ha dichiarato: “Ci hanno lasciati soli. Mia figlia resterà in carcere a lungo”. Queste parole evidenziano la frustrazione e il dolore di un padre che vede la sua famiglia coinvolta in una situazione difficile e senza soluzioni immediate. La vicenda continua a suscitare emozioni contrastanti e a sollevare interrogativi sulla gestione del caso.
Reazioni dall’Unione Europea
Brando Benifei, capodelegazione del Pd a Bruxelles, ha preso posizione riguardo al caso di Ilaria Salis, definendo l’arresto della cittadina europea in Ungheria come una grave violazione dello stato di diritto. Benifei ha dichiarato: “L’Ungheria di Orban si è macchiata nuovamente di una grave violazione dello stato di diritto a cui quest’aula deve reagire: mi riferisco al caso di Ilaria Salis cittadina europea, da un anno in stato di arresto in condizioni molto dure. In Europa i diritti anche degli arrestati e dei detenuti, che siano poi ritenuti colpevoli o innocenti, vanno rispettati”.
Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, ha espresso preoccupazione in merito alle dichiarazioni di Roberto Salis. Fratoianni ha dichiarato: “Le parole del papà di Ilaria preoccupano. Il governo italiano non si è impegnato su nulla e per bocca di Tajani ha detto che si impegnerà affinché i diritti di Ilaria siano rispettati in carcere”. Le richieste di maggior impegno nel garantire i diritti della giovane donna detenuta continuano a suscitare dibattiti e pressioni sul governo italiano e sulle istituzioni europee.