Guerriglia nel centro per migranti: 14 arresti dopo il suicidio di un detenuto
Scontri e violenze hanno scosso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Ponte Galeria a seguito del tragico suicidio di un detenuto guineano di soli 22 anni. I disordini hanno portato all’arresto di 14 persone, accusate di vari reati tra cui resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento e incendio doloso. Le nazionalità degli arrestati sono varie, spaziando da marocchini a cubani, da senegalesi a nigeriani. Alcuni di loro erano già detenuti nel Cpr di Trapani, dimostrando una rete di connessioni all’interno delle strutture di detenzione per migranti.
Indagini in corso stanno cercando di individuare tutti i responsabili degli scontri avvenuti nel centro, con l’ausilio dei video di sorveglianza interna e del lavoro degli investigatori della polizia scientifica. Si sta valutando il trasferimento dei responsabili della violenza in altre strutture sul territorio nazionale, considerando anche eventuali precedenti penali. La Procura di Roma ha avviato un’indagine per istigazione al suicidio in relazione alla morte del giovane guineano, con l’incarico di effettuare l’autopsia sul corpo per chiarire le circostanze del decesso.
Reazioni e danni nel centro per migranti
La morte del detenuto guineano ha scatenato una serie di reazioni violente all’interno del Cpr di Ponte Galeria. Gli ospiti del centro hanno dato fuoco ai materassi e lanciato oggetti contro il personale delle forze dell’ordine, creando un clima di tensione e caos. Alcuni detenuti hanno tentato di forzare le barriere di sicurezza e di danneggiare le proprietà presenti nel centro, comprese le auto della polizia di stato e gli effetti personali del personale dei carabinieri.
I danni riportati alla struttura sono significativi, con almeno due muri abbattuti usando le cabine telefoniche come arieti, serrature distrutte, telecamere di sorveglianza danneggiate e incendiate, e auto delle forze dell’ordine danneggiate. L’intervento delle autorità con l’uso di lacrimogeni è stato necessario per riportare l’ordine e ripristinare la sicurezza. Le indagini sono in corso per identificare tutti coloro che hanno preso parte agli atti di violenza e danneggiamento, con l’obiettivo di garantire la stabilità e la sicurezza all’interno del centro per migranti.