La forza inscindibile di Manuel Bortuzzo: dalla tragedia alla speranza olimpica
Un destino che s’intreccia con una notte che avrebbe potuto segnare una fine, ma che per Manuel Bortuzzo ha rappresentato un nuovo inizio. Il 3 febbraio 2019 si è trasformato per lui da simbolo di una tragedia a emblema di rinascita. Colpito alle spalle da un proiettile in un attentato mafioso dovuto a uno scambio di persona, l’allora promettente nuotatore ha visto la sua vita cambiare in un istante. La diagnosi fu di “lesione parziale del midollo spinale”, una condizione che lo ha costretto alla sedia a rotelle. Ma Bortuzzo non si è arreso di fronte alla disabilità: ha trasformato il dolore e la sfida in un trampolino di lancio per nuove conquiste.
Una data da ricordare, non da rimpiangere
Il giovane atleta, oggi 25enne, porta sulla sua schiena tatuata la data del suo incidente, non come un marchio di sventura, ma come un promemoria di quanto sia prezioso ogni giorno di vita. «In questo giorno cerco sempre di fare qualcosa di diverso, insieme al mio migliore amico Alex», confida Manuel, sottolineando come ogni anniversario sia un’occasione per celebrare non ciò che ha perso, ma ciò che ha guadagnato: forza, coraggio, una nuova prospettiva sulla vita.
Un sorriso che non tramonta
Nonostante la sua storia possa sembrare segnata dal dramma, Manuel sfoggia un ottimismo inossidabile. «È il mio carattere», afferma con il sorriso che lo contraddistingue, «sono fatto così di natura». Questa sua positività lo ha reso un simbolo di coraggio, un punto di riferimento per chi si trova ad affrontare momenti difficili. «Mi fa piacere che la gente mi fermi per strada o mi scriva semplicemente dei messaggi per ringraziarmi», dice Manuel, orgoglioso di poter essere di ispirazione e di sostegno al prossimo.
La scelta di Manuel: abbattersi o andare avanti?
Ripensando a quella notte e all’agguato che gli ha cambiato la vita, i cui responsabili sono stati condannati a 14 anni di carcere, la sua riflessione è chiara: «Non è cambiato il mio pensiero, come non è cambiato quello che ho sempre detto in questi anni». La sua decisione è stata quella di andare avanti con il sorriso e la forza, un esempio di resilienza che continua a ispirare e a emozionare.
Un ricordo impregnato di semplicità e speranza
Dopo essersi svegliato dal coma, tra i primi ricordi di Bortuzzo c’è uno sorprendentemente comune: la voglia di pizza. «Non mi ero reso conto di quanto fosse cambiato il mio corpo», racconta, rievocando quel desiderio di normalità che lo ha accompagnato nei momenti più duri.
Legami indissolubili e nuovi orizzonti sportivi
Manuel non dimentica i tempi in cui si allenava con nomi eccellenti della nuoto italiano come Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti. Il rapporto con i suoi ex compagni di vasca rimane saldo, un’amicizia che va oltre lo sport. Inoltre, la sua vita sportiva ha preso una svolta: il suo debutto nella Nazionale italiana paralimpica e il quinto posto ottenuto a Manchester sono solo l’inizio di un percorso che lo vede ora proiettato verso un sogno ancora più grande: le Olimpiadi.
La strada verso Parigi
Sul cammino che potrebbe portarlo alle Paralimpiadi di Parigi, Manuel non nasconde la fatica: «Ho appena finito di fare palestra e sono già distrutto. E devo ancora tuffarmi in piscina». Tuttavia, la determinazione è il suo motore e la volontà di raggiungere i suoi obiettivi è incrollabile. Il Centro sportivo della Polizia a Tor di Quinto è il luogo dove si allena, sotto la guida delle Fiamme Oro e del suo allenatore Francesco Bonanni. Un ambiente dove la fatica si trasforma in piacere e dove ogni giorno è un passo in più verso la realizzazione di un sogno.
Il significato della piscina per Manuel
Per Bortuzzo, la piscina è molto più di un luogo di allenamento: è uno spazio di libertà, un rifugio dove si sente felice anche nei momenti di sconforto. «È un po’ la cura a tutto», confida con entusiasmo. La sua passione per il nuoto resta inalterata, la voglia di competere e di stare con i compagni della Nazionale, descritta come la più forte del mondo, non lo abbandona.
Manuel guarda al futuro con la speranza di nuove belle cose, di risultati sportivi che possano coronare il percorso intrapreso dopo quella notte del 2019. La sua storia, segnata da una ferita profonda, si è trasformata in un inno alla vita e alla tenacia, un messaggio di speranza per tutti coloro che affrontano ostacoli che sembrano insormontabili. La sua rinascita è un simbolo potente: non importa quanto gravi possano essere le avversità, ciò che conta è la forza con cui ci si rialza, il coraggio di affrontarle e la determinazione di perseguire i propri sogni, qualunque essi siano.
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