L’ambizione di un “campione italiano delle torri”: il caso Ei Towers e Rai Way
In un panorama mediatico in rapida evoluzione, la questione della fusione tra Ei Towers e Rai Way assume contorni sempre più definiti. Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di MediaForEurope (Mfe), ha espresso con chiarezza la sua posizione: è da anni che auspica la creazione di un “campione italiano delle torri”. Durante un recente incontro con la stampa, ha manifestato il suo pieno sostegno all’operazione, definendo «assurdo» che questa realtà non ci sia ancora. In questa ottica, la sua dichiarazione non lascia spazio a dubbi: «Sono super favorevole alla fusione e se dovesse avvenire sarebbe la cosa giusta».
L’importanza strategica di Mfe
La posizione di Berlusconi è di notevole rilievo, soprattutto considerando che Mfe detiene il 40% delle quote di Ei Towers. Il restante 60% è nelle mani del fondo F2i. Il recente ingresso del fondo Clearway Capital in Rai Way, seguito all’approvazione da parte del cda di Rai di cedere il 15% delle sue quote, potrebbe ulteriormente rimescolare le carte.
Una visione critica sulle scelte di Rai
La visione di Berlusconi sulla vendita di parte della quota pubblica di Rai (che detiene il 65% di Rai Way) è misurata ma critica. Pur comprendendo la necessità di Rai di «fare cassa», l’amministratore delegato di Mfe ritiene che «vendere a pezzi un asset non credo sia la soluzione migliore». Egli suggerisce invece di valorizzare completamente l’asset, visto che «la creazione di un campione nazionale credo sia l’unico possibile». La cessione di una quota non di controllo potrebbe infatti influire negativamente sul prezzo del gruppo, riducendone il valore anche in seguito alla fusione, un approccio che Berlusconi ritiene poco conveniente.
Le preoccupazioni dei fondi di investimento
Le perplessità espresse dall’ex Mediaset trovano eco nelle posizioni di diversi fondi di investimento. Fondi come Amber Capital, Artemis Investment e Kairos Partner hanno espresso le loro riserve scrivendo direttamente a Rai. Hanno sottolineato che la vendita di una quota superiore a quella di controllo sarebbe stata «dannosa», mettendo a rischio «il potenziale processo di consolidamento con EiTowers».
MediaForEurope e il Digital Media Hub
Nel contesto del dibattito sulla fusione, Mfe non resta a guardare, ma prosegue nel suo percorso di crescita e innovazione. È diventato operativo il Digital Media Hub, un progetto che conta 130 professionisti dislocati tra Italia, Spagna e Gran Bretagna. Questa struttura si occupa della gestione della copertura pubblicitaria dell’intero gruppo, in un momento storico in cui sta per essere introdotto il sistema di misurazione Total Audience di Auditel, più moderno e capace di integrare l’audience di tv, radio e digitale.
Con 50,2 milioni di persone uniche raggiunte nella settimana media, Mfe ha dichiarato di coprire il 95% della popolazione italiana adulta. Con l’aggregazione di tv, radio e digital, Mfe ha superato Rai e Discovery nel 2023, con un impressionante totale di 91,4 milioni di persone raggiunte, contro i 65,1 milioni di Rai e i 29,2 milioni di Discovery. Questi dati significativi rafforzano la posizione di Berlusconi quando afferma: «La cosa rilevante per noi è essere il primo editore italiano integrato, per i numeri che portiamo agli investitori pubblicitari».
Prospettive future e crescita dei ricavi pubblicitari
In attesa del nuovo sistema di misurazione dell’audience, previsto per l’inizio del prossimo anno, Mfe guarda al futuro con ottimismo. Ha chiuso il 2023 con ricavi pubblicitari in Italia cresciuti del 2,1% rispetto all’anno precedente. La visione a lungo termine non si discosta dall’ambizione di «costruire un broadcast paneuropeo». Berlusconi ha sottolineato la presenza e l’integrazione in Spagna e la quota rilevante in Prosiebensat in Germania. Tuttavia, al momento non si puntano i riflettori sul mercato inglese: «è interessantissimo, ma facciamo un passo alla volta».
Il dibattito sulla fusione tra Ei Towers e Rai Way è quindi più che mai attuale e le mosse future di Mfe saranno determinanti. Con il supporto di figure influenti come Pier Silvio Berlusconi e l’interesse di fondi di investimento, la strada verso la nascita di un gigante delle torri di trasmissione italiane sembra tracciata. Nel frattempo, il Digital Media Hub e le strategie di crescita di Mfe delineano un panorama mediatico in cui la convergenza digitale e la pubblicità giocano ruoli chiave. Questa dinamica potrebbe non solo ridefinire il mercato delle torri di trasmissione ma anche influenzare l’intero settore dei media in Italia e in Europa.