![L'attentato a Mosca del 22 marzo: gravi incongruenze nell'operato dell'intelligence russa 1 20240328 142848 1](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/03/20240328-142848-1.webp)
L’attentato che ha scosso Mosca il 22 marzo, causando la morte di 140 persone presso il Crocus City Hall, continua a sollevare interrogativi e dubbi, mettendo in luce quelle che appaiono come gravi mancanze da parte dell’intelligence russa. La serie di incongruenze e avvertimenti ignorati, tra cui quello proveniente dall’ambasciata americana, getta ombre sulla capacità dei servizi di sicurezza russi di prevenire e gestire le minacce alla sicurezza interna, in un momento in cui l’attenzione del Cremlino è fortemente concentrata sul conflitto in Ucraina.
La questione degli avvertimenti ignorati
Il primo elemento che ha destato perplessità è stato l’avvertimento inascoltato dell’ambasciata americana, che già l’8 marzo aveva comunicato alla Russia la possibilità di un attentato. Questa segnalazione, tuttavia, non è stata presa adeguatamente in considerazione dal presidente Putin, evidenziando una potenziale sottovalutazione del rischio da parte dei servizi di sicurezza russi. La presunta presenza di uomini dell’FSB, i servizi di sicurezza russi, all’interno del Crocus City Hall durante l’attacco aggiunge ulteriori interrogativi sulla capacità di queste agenzie di proteggere i cittadini russi.
Incongruenze e ritardi nelle operazioni di soccorso
Ulteriori dubbi sono stati sollevati dal ritardo con cui le forze speciali russe sono intervenute sul luogo dell’attentato, arrivando quasi un’ora dopo l’inizio dell’attacco. Questo intervallo di tempo ha permesso ai terroristi di scappare e ha complicato le operazioni dei vigili del fuoco, che hanno dovuto attendere la ‘ripulitura’ dell’area da parte delle forze speciali prima di poter intervenire per spegnere l’incendio. La reazione delle autorità russe all’attacco, inoltre, ha sollevato ulteriori perplessità, in particolare per l’accusa rivolta quasi immediatamente all’Ucraina, mentre l’ISIS rivendicava le responsabilità dell’attacco.
La fuga dei terroristi e la gestione dell’informazione
La gestione dell’informazione da parte delle autorità russe rappresenta un’altra incongruenza nell’attentato di Mosca. La decisione di accusare l’Ucraina mentre l’attacco era ancora in corso, senza prove concrete, e l’insolito percorso di fuga dei terroristi, che hanno continuato a muoversi su una vettura già segnalata per 300 chilometri, sollevano interrogativi sulla reale efficacia delle misure di sicurezza e sulla trasparenza delle comunicazioni ufficiali.
Il fallimento dell’intelligence russa
Secondo analisti e esperti di sicurezza, tra cui Callum Fraser del Royal United Services Institute, l’FSB non soffre di carenze di personale o di finanziamenti, ma sembra aver concentrato la propria attenzione quasi esclusivamente sul conflitto in Ucraina, trascurando altre potenziali minacce. Questo focus unidirezionale avrebbe limitato la capacità dell’intelligence russa di prevenire attacchi terroristici sul proprio territorio, evidenziando una visione ristretta che ha compromesso la sicurezza interna.
Riflessioni sull’efficacia dell’intelligence
L’attentato al Crocus City Hall di Mosca solleva serie riflessioni sull’efficacia dell’intelligence russa nel proteggere i cittadini e prevenire attacchi terroristici. La serie di incongruenze e la gestione dell’evento da parte delle autorità suggeriscono che vi sia stato un fallimento nel sistema di sicurezza russo, in un periodo in cui la tensione internazionale richiederebbe una vigilanza ancora maggiore. La presenza di uomini dell’FSB all’interno del teatro durante l’attacco e il ritardo nell’intervento delle forze speciali rappresentano aspetti che necessitano di ulteriori indagini e spiegazioni da parte del governo russo, in un contesto di crescente preoccupazione per la sicurezza interna.