Il documentario di Netflix che svela i segreti di “We Are the World”
Su Netflix è disponibile da poco il documentario “We Are the World” che getta luce sui retroscena della celebre canzone nata negli anni Ottanta. Questo prezioso film intitolato “La notte che cambiò il pop” presenta interviste attuali a artisti e tecnici dell’epoca, rivelando aneddoti commoventi e curiosi mai divulgati prima d’ora. Un’opportunità imperdibile per rivivere i momenti cruciali che hanno portato alla creazione di un classico intramontabile.
La nascita di “We Are the World” e il super gruppo Usa for Africa
Mettere insieme Bob Dylan e Cyndi Lauper nella stessa canzone sembrava un’impresa impossibile, ma nel 1985 ci riuscì il super gruppo musicale Usa for Africa. Questa band composta da superstar della musica americana fu creata segretamente per registrare il brano che avrebbe cambiato il corso della musica pop: “We Are the World”. Scritta per fini benefici da Lionel Richie e Michael Jackson, la canzone non solo influenzò la scena musicale ma ebbe un impatto significativo sulle popolazioni dell’Etiopia, allora colpite da una grave carestia.
La genesi di una canzone iconica e le sfide incontrate
Diretto da Bao Nguyen e narrato in prima persona da Lionel Richie e altri partecipanti al progetto, il documentario “We Are The World” rivela i dettagli della nascita di una canzone che si ispirò all’iniziativa britannica Band Aid, promossa da Bob Geldof. Quest’ultimo coinvolse artisti del calibro di George Michael, Sting e gli U2 per produrre “Do They Know It’s Christmas?”, un brano benefico per contrastare la fame in Africa che ottenne un notevole successo di vendite e di critica.
Tutti gli artisti aderirono con entusiasmo al progetto, formando un team di lavoro composto da Quincy Jones come produttore e Richie e Jackson come autori della canzone. Con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero possibile di artisti, si colse l’opportunità durante gli American Music Awards, un evento a cui partecipavano numerosi artisti a Los Angeles.
A seguito della cerimonia, giunsero agli studi della A&M Records artisti del calibro di Bob Dylan, Cyndi Lauper, Billy Joel, Tina Turner, Stevie Wonder, Ray Charles, Dionne Warwick, Diana Ross, e molti altri. Altri artisti, non presenti agli AMA, si spostarono appositamente a Los Angeles, come Bruce Springsteen e di nuovo Bob Dylan. In totale, ben 45 superstar si impegnarono a registrare la canzone – scritta solo pochi giorni prima – in una sola notte intensa.
Da anni, circola sui social il video virale in cui si vede Bob Dylan spaesato mentre tutti intorno cantano a squarciagola. Tuttavia, il motivo di tale espressione non era mai stato chiaro fino ad ora. Dylan, in un momento di evidente difficoltà quasi all’alba, non riusciva ad eseguire il suo assolo. Nonostante i tentativi di Quincy Jones di aiutarlo, fu Stevie Wonder a risolvere la situazione sedendosi al pianoforte e imitando la voce di Bob per distenderlo e farlo sorridere, alleggerendo così l’atmosfera.