Gianna Nannini: tra musica, libertà e vita privata
La vita di Gianna Nannini si dipana come un racconto avvincente che affonda le radici nella storica contrada dell’Oca a Siena, dove è nata e cresciuta tra le tradizioni e le emozioni del Palio. Fin da piccola, l’atmosfera di festa e comunità le ha trasmesso un senso di appartenenza e forza, elementi che saranno poi fondamentali nel suo percorso artistico e personale. ‘Quando nasci in una contrada la prima cosa che fanno è portarti una bandiera che ti accompagna dalla nascita fino alla morte. La mia mamma mi ha partorito e subito dopo mi hanno portato una bandiera con il rullo di tamburi, credo che questa atmosfera mi abbia condizionato’, racconta Gianna.
Il suo percorso musicale inizia nei bar di Milano, dove l’intensa gavetta e le sessioni con altri musicisti gettano le basi per quello che sarà il suo inconfondibile stile. La Nannini non si limita a eseguire cover di successo, ma inizia presto a inserire nel repertorio le sue composizioni, mostrando una spiccata originalità e una profonda capacità di raccontare attraverso la musica. ‘Si facevano delle session con i musicisti, si facevano i Rolling Stones, e io facevo già le mie canzoni e le mischiavo con questo e da lì mi sono formata’, spiega l’artista.
Un’artista senza etichette
La carriera di Gianna Nannini ha attraversato decenni, mantenendosi sempre fedele a tematiche forti e attuali, come la libertà di espressione e i diritti civili. La sua musica diventa un mezzo per parlare di divorzio, aborto e femminismo, temi che negli anni Settanta e Ottanta in Italia trovano un terreno fertile di discussione e battaglia. ‘Anche a Milano c’erano discussioni sul divorzio e l’aborto, e io frequentavo dei collettivi anche di femminismo libertario e quindi lì ci si formava con l’autocoscienza, si raccontavano le problematiche per trovare la libertà, prima dentro e poi fuori’, afferma la cantautrice.
La sua musica è un chiaro riflesso di questa filosofia di vita, come dimostra la canzone ‘1983’, in cui canta di essere nata senza genere e rifiuta le etichette imposte dalla società. Per Gianna, non appartenere a un genere è la vera essenza dell’essere umano, un concetto che va oltre le divisioni e parla direttamente all’individuo. ‘Il problema è che le etichette le mettono gli altri per dividere. Invece se uno è senza etichette è perfetto perché non appartiene a un genere. Come si fa ad appartenere ad un genere in questa epoca? Secondo me si appartiene all’essere umano, soprattutto per quanto riguarda la libertà di esprimersi come essere umano’, sottolinea.
Il coraggio di essere sé stessi
La grinta e il coraggio di Gianna Nannini non si manifestano solo nelle sue canzoni, ma anche nella sua vita privata e nelle scelte professionali, come quella volta che fu quasi scelta per recitare accanto a Sharon Stone in ‘Basic Instinct 2’. Nonostante il provino non andasse come sperato, questo episodio rimane testimonianza della sua apertura verso nuove esperienze e sfide. ‘Ero a Milano quando ricevetti una telefonata da Hollywood: ‘deve fare un provino, Sharon Stone vuole fare i Basic Instinct 2 e vuole lei’. Era impazzita per ‘Profumo’. Solo che il film era tutto in inglese, e nonostante mi fossi preparata, andando a Londra mi sentivo a disagio e il provino non andò molto bene. Alla fine, hanno tagliato la scena’, racconta con una risata.
Anche i momenti difficili diventano fonte di ispirazione e crescita per Gianna. Il suo impegno a parlare apertamente di esperienze personali, come l’inappropriato comportamento del suo maestro di pianoforte quando era solo una ragazzina, dimostra la sua volontà di affrontare temi scomodi per sensibilizzare l’opinione pubblica e aiutare altri a trovare la forza di parlare. ‘Tenere dentro non fa mai bene. Quindi consiglio vivamente, quando succede qualcosa, di avvisare la persona che hai più vicina’, consiglia.
La musica come massima espressione di sé
Nonostante le sfide e le critiche, Gianna Nannini ha sempre trovato nella musica la sua più grande alleata e fonte di gioia. La nascita della sua figlia Penelope ha ispirato uno dei suoi brani più toccanti, trasformando un momento personale in arte. La canzone ‘Penelope’ non è solo un omaggio alla maternità, ma anche un simbolo della capacità dell’arte di trasmettere amore, forza e speranza. ‘La canzone più bella che ho scritto è Penelope’, afferma con orgoglio.
L’artista ha saputo navigare il cambiamento dei tempi mantenendo sempre un’autenticità che risuona profondamente con il suo pubblico. La sua musica, le sue parole e il suo impegno sociale continuano a essere fonte di ispirazione per molte generazioni, dimostrando che l’arte può davvero fare la differenza nel mondo.