Operazione umanitaria internazionale a Gaza
L’esercito israeliano insieme a diversi partner internazionali ha condotto una massiccia operazione di assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza, coinvolgendo più di 450 terroristi impiegati dall’Unrwa. In un’azione congiunta con le Forze di Difesa Israeliane, il Comando Centrale degli Stati Uniti e la Royal Jordanian Air Force, sono stati effettuati lanci aerei di cibo e aiuti medici per supportare la popolazione civile. Secondo le Forze di Difesa Israeliane, oltre 450 pacchi di aiuti sono stati distribuiti attraverso 21 lanci aerei, con ulteriori distribuzioni avvenute grazie alla collaborazione con Paesi come Giordania, Francia, Emirati Arabi Uniti ed Egitto. Solo nell’arco di una giornata, sabato 2 marzo, sono stati sganciati 66 pacchi contenenti circa 38.000 pasti a Gaza, evidenziando lo sforzo congiunto per affrontare le necessità umanitarie nella regione. Il portavoce dell’IDF, contrammiraglio Daniel Hagari, ha dichiarato: “Continueremo a espandere i nostri sforzi umanitari verso la popolazione civile di Gaza mentre realizziamo i nostri obiettivi di liberare i nostri ostaggi da Hamas e liberare Gaza da Hamas.”
Accuse e polemiche tra Israele e Hamas
La situazione tra Israele e Hamas si infiamma ulteriormente con reciproche accuse e polemiche riguardo al coinvolgimento di terroristi e ostaggi. Un funzionario politico dei fondamentalisti, Basim Naim, ha dichiarato che Hamas non è in grado di fornire una lista precisa degli ostaggi ancora in vita detenuti, affermando di non conoscere il numero esatto e le relative posizioni. Contestualmente, fonti d’informazione siriane hanno riportato la presunta uccisione di un nipote di Nasrallah, leader di Hezbollah, da parte di Israele. In risposta alle accuse, Israele ha puntato il dito contro l’Unrwa, sostenendo che l’organizzazione abbia impiegato circa 450 terroristi tra il proprio personale a Gaza. Tale situazione ha portato Israele a ritirare il proprio ambasciatore presso l’Onu in segno di protesta per quello che viene definito un “silenzio” riguardo agli episodi di violenza e agli stupri attribuiti ad Hamas. Questi eventi hanno contribuito ad aumentare le tensioni nella regione e a innescare un’escalation di dichiarazioni incrociate tra le parti coinvolte.