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Le sfide della Russia post Navalny e le tensioni valutarie nel Kosovo
Il lascito di Navalny fuoricittà – Liberalismo, secolarismo, pacifismo, omosessualità e femminismo sono presi di mira oggi in Russia con leggi e campagne persecutorie, nel contesto di un sistema che si fa sempre più autoritario. Una crociata contro il mondo esterno, ma più spesso contro quello interno, per zittire qualsiasi tipo di opposizione. ‘Cosa resta dell’opposizione ora che Navalny è morto in carcere? Per chi è significativa la sua figura e quanto le idee che rappresenta raggiungono i luoghi più remoti della Russia, al di là delle grandi città?’
La Russia moralizzatrice e il Cremlino
Ne parliamo con Marta Allevato, giornalista redazione Esteri Agi, ex corrispondente a Mosca (dal 2010 al 2018), autrice del libro che uscirà domani ‘La Russia moralizzatrice. La crociata del Cremlino per i valori tradizionali’ (Edizioni Piemme, 2024). La Russia di oggi si trova in un’era di cambiamenti e repressioni, dove le voci dissidenti vengono soffocate e le libertà individuali sempre più limitate. Il regime autoritario in atto mira a consolidare il potere attraverso una serie di leggi e politiche che minano i diritti umani e la democrazia.
In un contesto in cui il dissenso è represso e le opposizioni silenziate, le idee di Navalny e le sue lotte per la giustizia e la trasparenza rischiano di svanire. Le pressioni interne ed esterne, insieme alle campagne moralizzatrici del Cremlino, minano le basi stesse della società russa, rendendo sempre più difficile per la popolazione esprimere liberamente le proprie opinioni e disaccordi.
Le tensioni valutarie nel Kosovo e i rapporti con la Serbia
Centinaia di persone di etnia serba hanno manifestato a Mitrovica Nord, nel nord del Kosovo, contro una nuova regolamentazione che prende di mira la valuta serba, il dinaro. Le restrizioni entrate in vigore dal 1° febbraio vietano agli istituti finanziari di utilizzare qualsiasi valuta diversa dall’euro per le transazioni locali. Anche se non è un membro dell’Unione Europea o della sua area valutaria, l’eurozona, il Kosovo ha adottato unilateralmente l’euro nel 2002 per contribuire a portare stabilità monetaria e per semplificare e ridurre i costi di transazione all’interno e all’esterno del paese.
Intanto la Serbia ha ricevuto un’altra fornitura di armi dalla Russia, nonostante le sanzioni internazionali, e rimane l’unico paese in Europa che continua a firmare accordi di cooperazione con Mosca. Le tensioni valutarie nel Kosovo mettono in luce le complesse dinamiche politiche ed economiche della regione, mentre i legami stretti tra la Serbia e la Russia evidenziano la persistente influenza geopolitica e militare di Mosca nei Balcani. Le divergenze tra le varie fazioni etniche e politiche continuano a caratterizzare la regione, alimentando conflitti e controversie che minano la stabilità e la pace.