![Posso solo amare — Otto storie di amore come cura 1 20240131 160751](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/01/20240131-160751.webp)
Paolo Ruffini e l’ode all’amore contro l’Alzheimer
In un’epoca in cui la narrazione delle malattie spesso si tinge di tonalità oscure, Paolo Ruffini sceglie una lente diversa attraverso cui osservare la realtà: quella dell’amore. Il suo nuovo lavoro editoriale, “Posso solo amare — Otto storie in cui l’amore è la cura”, raccoglie esperienze di vita che trasformano il dolore in una testimonianza di affetto e dedizione.
Il cinema incontra la letteratura
Dopo aver diretto “Perdutamente”, un film che esplora il delicato tema dell’Alzheimer con uno sguardo empatico e positivo, Paolo Ruffini trasferisce sulle pagine di un libro la stessa sensibilità. L’opera non è una semplice trascrizione cinematografica, ma un ampliamento dell’orizzonte narrativo che mette al centro non la malattia, ma l’amore incondizionato che lega le persone. “«Ho trovato interessante la possibilità di cambiare il punto di vista sulla realtà, presentare delle belle storie spostando il mio sguardo»”, spiega Ruffini in un’intervista a La Repubblica.
Il libro, che emerge come un atto di amore verso chi vive quotidianamente la sfida dell’Alzheimer, si distacca deliberatamente dagli stereotipi. “«Non è un libro sull’’Alzheimer… Non racconto queste storie perché sono legate alla malattia come condizione negativa, ma perché le unisce l’amore»”, afferma l’autore.
Un messaggio controcorrente
Nella società contemporanea, dove il cinismo spesso prevale, parlare di sentimenti puri e profondi può sembrare quasi una rivoluzione. Ruffini sottolinea l’importanza di questa scelta narrativa: “«raccontare l’amore non va più di moda… Quindi sì, è controcorrente perché si basa su un assunto semplice: possiamo decidere, scegliere di non fare tante cose, ma non possiamo decidere di non amare, non abbiamo scampo, dobbiamo amare per forza»”.
Con questa posizione, l’autore si colloca intenzionalmente al di fuori delle tendenze mainstream, proponendo un’opera che celebra la capacità umana di amare anche nelle circostanze più avverse.
Emozioni in chiaroscuro
Il confronto con la realtà emotiva dell’essere umano è un altro punto cardine dell’opera di Ruffini. Il regista e scrittore trae ispirazione da film d’animazione come “Inside Out”, che ha illustrato come gran parte delle nostre emozioni siano di natura negativa. “«È vero, siamo inclini alla malinconia ma anche attratti da quello che ci riaccende»”, osserva, sottolineando l’importanza di accendere la luce dell’ottimismo e della speranza anche nei momenti bui.
L’amore come unica cura possibile
La visione di Ruffini si concretizza nella narrazione di storie personali, tra cui emerge anche la sua esperienza con la ex moglie. “«Siamo troppo incasellati nell’idea che la catastrofe sia normale, e così se parli d’amore a qualcuno lo sconvolgi»”, condivide con i lettori, sottolineando la forza trasformativa di un sentimento genuino e disinteressato. In un mondo saturato di narrazioni tragiche, il suo libro rappresenta un’isola di positività, dove l’amore si afferma come la risposta più potente e umana alle avversità della vita.
Un impegno sociale e culturale
In un mondo che cambia rapidamente, dove le relazioni umane sono messe alla prova da distanze fisiche e tecnologiche, l’impegno di Paolo Ruffini acquisisce una rilevanza sociale e culturale. La sua opera è un invito a guardare oltre la superficialità del quotidiano e a riscoprire l’essenza del vivere comune: la capacità di amare profondamente e senza condizioni.
Attraverso “Posso solo amare”, si invita a un cambiamento di prospettiva, a un’insurrezione emotiva che possa contrastare la rassegnazione e l’indifferenza che spesso caratterizzano l’approccio alle grandi sfide, come quella dell’Alzheimer. Ruffini, con la sua voce narrativa, esorta a un gesto rivoluzionario: pensare agli altri e ai legami che ci uniscono, in un atto di amore che diventa, in sé, una forma di ribellione contro l’apatia e il disincanto.
La parabola narrativa tracciata da Paolo Ruffini ci ricorda che, nonostante le tempeste della vita, l’amore rimane la bussola che ci guida e il faro che illumina i giorni più oscuri. Nel suo libro, l’autore si fa portavoce di un messaggio di speranza, un inno alla resilienza del cuore umano che, anche di fronte all’inesorabile avanzare di una malattia come l’Alzheimer, non smette di battere al ritmo dell’amore più puro e curativo.