![Fantozzi. Una tragedia: il celebre ragioniere sul palcoscenico 1 20240203 115850](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240203-115850.webp)
La Tragedia di Fantozzi sul Palcoscenico: Un’Analisi Sociale e Lavorativa
Il teatro italiano si appresta ad accogliere una svolta audace con l’arrivo di “Fantozzi. Una tragedia“, l’opera teatrale in scena al Teatro Nazionale di Genova, che vede Gianni Fantoni nei panni del celebre ragioniere. Questa rivisitazione di un personaggio iconico, nato dalla penna di Paolo Villaggio, è il frutto di un ardito esperimento condotto dal regista Davide Livermore, insieme ad Andrea Porcheddu e Carlo Sciaccaluga, che trasforma in quattro atti i primi tre libri della saga.
Livermore, noto per le sue innovative interpretazioni nel mondo dell’opera lirica, affronta l’eroe comico della borghesia italiana con una nuova lente, proponendolo come simbolo di una grandiosa letteratura e, parallelamente, come specchio dei cambiamenti societari e lavorativi degli ultimi cinquant’anni. “Paolo Villaggio è insieme a Gabriele D’Annunzio il più grande innovatore della lingua italiana del Novecento”, sostiene il regista, elevando il carattere letterario di Fantozzi al di sopra del semplice intrattenimento cinematografico.
Questioni Impellenti e la Società del Precariato
La pièce, però, non si limita a una celebrazione nostalgica. Livermore affronta temi scottanti, scuotendo il pubblico con domande dirette: “Fantozzi aveva un lavoro a tempo indeterminato. E tu ce l’hai?“. Le interrogazioni proseguono, toccando punti dolenti quali le ferie pagate e la tredicesima, diritti un tempo normali e ora divenuti un lusso, evidenziando la crescente precarizzazione del lavoro.
Un dibattito che si estende oltre il palcoscenico, coinvolgendo figure come Maurizio Landini, segretario della Cgil, e Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e candidato alla guida della Confindustria nazionale. Si scava così nel profondo della questione lavorativa, esplorando il cambiamento della società italiana attraverso l’ottica del personaggio di Villaggio.
Da Genova al Teatro: La Società Riflessa in Fantozzi
Francesca Corso, assessore alle Politiche giovanili e al marketing territoriale del Comune di Genova, testimonia il passaggio da un’epoca in cui Fantozzi era fonte di risate a un’epoca in cui diventa veicolo di riflessione. Anche Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria, offre una lettura storico-sociale del personaggio, collegandolo agli eventi del 1968 e a quei libri che “nascono a Genova, uno dei tre tasselli del triangolo industriale con Milano e Torino”.
Il personaggio di Anna Mazzamauro, la signorina Silvani, viene addirittura interpretato come un simbolo dell’anelito alla liberazione sessuale. Di più, la saga di Fantozzi è vista come un catalizzatore di cambiamento per l’Italia, forse persino più influente dei movimenti sociali dell’epoca.
Fantozzi: Figure Universali e Risonanze Contemporanee
Livermore prosegue nel suo approfondimento di Fantozzi, descrivendone i personaggi come “figure della Commedia dell’Arte, maschere universali come Arlecchino o Pulcinella”. Questa lettura colma il divario tra commedia e tragedia, tra il passato e il presente, offrendo al pubblico una chiave di lettura che unisce risate e malinconia.
La Genova descritta da Toti, con il suo cielo grigio e le grandi aziende, funge da sfondo alla storia di Fantozzi, un mondo ormai lontano, ma ancora vivido nella memoria collettiva. L’opera teatrale diventa così un veicolo per esplorare le contraddizioni sociali e le dinamiche di potere, con la contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare che rappresenta quei salotti d’elite in netto contrasto con la vita dei lavoratori.
La rappresentazione di “Fantozzi. Una tragedia” si arricchisce di brani shakespeariani e di Sofocle, integrando sapientemente passaggi di grande letteratura in una narrazione in cui il riso lascia spazio alla riflessione critica. Questa scelta artistica, lontana dall’essere una mera “sboronata”, si rivela un ponte tra epoche, lingue e culture, confermando la rilevanza eterna delle grandi opere letterarie e della loro capacità di parlarci attraverso i secoli.
Il teatro si conferma dunque come spazio di dialogo con la storia e la società, dove la maschera di Fantozzi diventa simbolo di una realtà lavorativa e sociale profondamente mutata. La commistione di generi, dall’umorismo alla tragedia, permette a Livermore e al suo team di offrire uno spettacolo che non è solo intrattenimento, ma anche un’invito alla riflessione. Con questa produzione, il teatro italiano si appresta a varcare una nuova soglia, dove la rappresentazione artistica diventa un mezzo potente per interrogare e comprendere la realtà contemporanea.
Foto Credits: www.milleunadonna.it