Rigettato il ricorso di Mittal contro Invitalia: il Tribunale di Milano decide
Il Tribunale di Milano ha emesso un verdetto chiave nella disputa legale che vede coinvolte le Acciaierie d’Italia e il gruppo Mittal. Il giudice Francesco Pipicelli ha respinto il ricorso presentato da Mittal, in un’ordinanza che segna una svolta nella battaglia giuridica intrapresa dalla manager del gruppo siderurgico. Il nucleo della contesa era la richiesta, avanzata da Mittal, di inibire a Invitalia la possibilità di sollecitare l’apertura dell’amministrazione straordinaria tramite il ministero delle Imprese.
Le motivazioni del Tribunale
La sentenza, nelle 10 pagine visionate dal sito ilfattoquotidiano.it, sottolinea come il ricorso “non coglie nel senso”. La legittimità di Invitalia di procedere con la richiesta di ammissione all’amministrazione straordinaria non può essere ostacolata, poiché rientra nelle sue facoltà operative e non è suscettibile di valutazione anticipata da parte dell’autorità giudiziaria. Quest’ultima, infatti, non può “inibire” né interferire con la “discrezionalità amministrativa” attribuita per legge al ministero.
Il decreto governativo, oggetto di contestazione, è stato inoltre difeso dal giudice, che ha invalidato l’accusa di retroattività sollevata da Mittal, ribadendo che il principio di applicazione della legge ai “rapporti già in corso” è un concetto “consolidato”. Il giudice Pipicelli ha chiarito che il decreto non è una norma “ad personam”, ma si applica all’intero settore industriale di rilevanza strategica per il paese, giustificando così una “disciplina differenziata” per queste imprese.
La questione dei debiti e le conseguenze per Mittal
Il rigetto del ricorso rappresenta un ostacolo significativo per Mittal, considerando che il dibattito legale verteva principalmente sull’illegittimità dei provvedimenti del governo e sulla valutazione del piano di risanamento dell’azienda, schiacciata sotto un debito di 3 miliardi di euro. La decisione del giudice Pipicelli sembra quindi spianare la strada verso l’amministrazione straordinaria, una condizione che potrebbe portare all’azzeramento della discussione sulla composizione negoziata della crisi, tanto voluta da Mittal.
La posizione dei sindacati e l’atteggiamento di Mittal
Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ha definito “sconcertante” l’atteggiamento di Mittal, che ha rifiutato di fornire informazioni essenziali riguardo alla produzione e ai magazzini ai commissari di Ilva in AS. Questa mossa è avvenuta in un momento di tensione acuta, con i tecnici impegnati in un’ispezione presso l’acciaieria di Taranto, sollecitata dal ministro Adolfo Urso dopo l’allarme lanciato dai sindacati per il calo di produzione. Palombella ha inoltre sottolineato come l’ordinanza del giudice segni un punto fermo, chiudendo la porta a ulteriori tentativi di Mittal di guadagnare tempo e permettendo di affrontare la crisi dell’ex Ilva con nuove prospettive.
Da parte sua, la Fiom ha espresso l’urgenza di agire per salvaguardare la più grande acciaieria d’Europa e i posti di lavoro a essa collegati. I segretari Michele De Palma e Pino Gesmundo hanno chiesto un intervento immediato per garantire la continuità produttiva e la protezione occupazionale, invocando inoltre un miglioramento dei decreti in vigore.
La strada verso l’amministrazione straordinaria
Con questa sentenza, sembra delinearsi un percorso che potrebbe condurre le Acciaierie d’Italia verso un nuovo capitolo, quello dell’amministrazione straordinaria. La richiesta di misure cautelari avanzata da Mittal, intese a proteggere l’azienda dai creditori fino alla scadenza dell’obbligo di acquisto degli impianti dell’ex Ilva a fine maggio, non ha trovato accoglimento. In questo scenario, Invitalia potrà procedere con la propria richiesta, che potrebbe tradursi in un cambiamento radicale di gestione e strategia per uno degli asset industriali chiave del paese.
Mentre l’attenzione si rivolge alla prossima mossa di Mittal, i lavoratori e le parti sociali attendono con ansia gli sviluppi futuri. La necessità di una soluzione che preservi l’occupazione e la produzione è al centro delle preoccupazioni di tutti gli stakeholder. La possibilità di una gestione rinnovata sembra ora più vicina, ma le decisioni che verranno prese nelle prossime settimane saranno cruciali per determinare il futuro delle Acciaierie d’Italia e di migliaia di lavoratori.
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