![Stellantis vs Governo: la sfida per il futuro dell'industria automobilistica italiana 1 20240202 160813](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240202-160813.webp)
La tensione tra Stellantis e il Governo si infiamma
In un contesto di crescente tensione industriale, le parole del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, non lasciano spazio a dubbi: “Se a dicembre la Volkswagen ha superato nelle vendita in Italia Stellantis, se i cittadini italiani hanno preferito acquistare un’auto prodotta all’estero, piuttosto che una fatta in Italia, a fronte di condizioni di mercato e incentivi simili, il problema non è del governo ma dell’azienda”. L’affermazione arriva dopo che il numero uno di Stellantis, Carlos Tavares, ha rimproverato l’esecutivo di non sostenere a sufficienza i lavoratori italiani.
La sfida lanciata da Urso non sembra trovare terreno fertile, se si considera che le vendite del gruppo, che include Peugeot, Citroen, Alfa Romeo e Lancia, restano sostanzialmente più alte rispetto al binomio Volkswagen-Audi. Di contro, Stellantis non appare in crisi, avendo chiuso i primi sei mesi del 2023 con profitti per quasi 11 miliardi di euro.
Il Governo e le politiche di incentivo
Il dibattito si intensifica quando Urso evidenzia che “il 40% degli incentivi è andato a Stellantis, come è giusto che fosse, ma la metà di questi sono finiti a modelli prodotti all’estero e importati in Italia”. La risposta politica sembra orientarsi verso una revisione dei criteri di assegnazione del Fondo automotive, privilegiando chi produce o intende produrre maggiormente in Italia. La strategia enunciata dal Ministro intende favorire una riduzione del gap tra produzione e immatricolazione nel paese.
Non mancano le voci critiche, come quella del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che con ironia respinge l’idea di una partecipazione statale in Stellantis, preferendo un’ipotetica entrata in Ferrari. La presenza di un secondo costruttore in Italia, magari cinese, è una prospettiva che il governo sembra considerare, sebbene con tempi e modalità ancora incerti.
L’incertezza nel settore elettrico e l’industria automobilistica
Il settore dell’elettrico, in particolare, attraversa una fase delicata, con le vendite in rallentamento e la crescente pressione competitiva dei produttori cinesi. Si profila un’area di negoziato in cui le case automobilistiche cercano di sfruttare la loro influenza per ottenere condizioni più vantaggiose dai governi di riferimento. L’approccio del governo italiano, tuttavia, appare secondo alcuni osservatori poco chiaro e potenzialmente incoerente.
Il dibattito politico si accende ulteriormente con le dichiarazioni dell’ex Ministro del Lavoro e deputato PD, Andrea Orlando, che sollecita il governo a una maggiore serietà e a stabilire una linea d’azione chiara nel rapporto con Stellantis. Anche Chiara Appendino, deputata del M5S, interviene con una nota critica, invitando l’esecutivo a dimostrare coraggio e coerenza nelle scelte strategiche per il settore automotive.
Le reazioni del mondo politico e sindacale
Le posizioni si polarizzano quando Carlo Calenda, leader di Azione, risponde a Elly Schlein su Twitter, ritenendo che Tavares non abbia lanciato una sfida ma piuttosto una minaccia, mettendo a rischio i posti di lavoro. Al contempo, la deputata PD Maria Cecilia Guerra annuncia l’intenzione di richiedere al governo di vincolare gli incentivi alla salvaguardia dei livelli occupazionali degli stabilimenti Stellantis.
Dal fronte sindacale, Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, richiede un intervento diretto del governo, con l’invito a un incontro a Palazzo Chigi con Stellantis e i sindacati. Anche la UIL, per voce del segretario generale Pierpaolo Bombardieri, esprime la necessità di coerenza e chiarezza da parte dell’esecutivo nella gestione della politica industriale.
Luigi Sbarra, leader della CISL, richiede a Stellantis un impegno serio e responsabile per investire negli stabilimenti italiani, sottolineando che gli incentivi sono risorse pubbliche e non regalie. Nel frattempo, l’amministrazione comunale di Pomigliano d’Arco manifesta la propria preoccupazione per il futuro dello stabilimento, in seguito alla sospensione della produzione dell’Alfa Romeo Tonale a causa della mancanza di particolari meccanici.
L’incertezza regna tra i lavoratori dello stabilimento, specie in prossimità del periodo di assegnazione del premio produzione, con voci che ipotizzano una strategia aziendale dietro gli stop alla produzione. La tensione è palpabile, e le prossime mosse del governo potrebbero essere decisive nel definire il futuro del settore automotive in Italia.
Foto Credits: Il Fatto Quotidiano