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Prime impressioni su “Suicide Squad: Kill the Justice League”
Il mondo dei videogiochi si arricchisce di un nuovo titolo che sembra destare un misto di curiosità e perplessità: “Suicide Squad: Kill the Justice League”. Il gioco, ancora in fase di analisi approfondita da parte della critica, si mostra come un calderone di elementi potenzialmente eccitanti ma che, al momento, sembrano non trovare la giusta alchimia. La casa di sviluppo Rocksteady Studios, nota per i suoi successi con la serie Batman: Arkham, si trova a navigare in acque turbolente con questa ultima fatica.
Nei primi istanti di gioco, il giocatore viene accolto da un’esperienza che potrebbe essere definita, usando un’espressione del celebre chef Bruno Barbieri, un vero e proprio “mappazzone”. Si ha la sensazione che gli sviluppatori abbiano mescolato ingredienti di qualità senza seguire una ricetta precisa, generando un risultato caotico. Infatti, il termine “caos” sembra essere la parola chiave che definisce il gameplay di “Suicide Squad: Kill the Justice League”.
Un Gameplay Caotico e Disordinato
La prima impressione è che la struttura del gioco e i suoi tutorial non siano stati curati come si conviene. Gli utenti vengono subissati da un’esuberanza di meccaniche, stili di combattimento e armi, senza che vi sia il tempo per assimilarle e padroneggiarle. Emergono qui le prime affinità con un altro titolo che non ha brillato per successo, “Marvel’s Avengers”, in particolare per l’insufficiente sfruttamento del materiale originale.
Nella fase iniziale, gli scontri contro nemici si rivelano monotoni e poco stimolanti. Tuttavia, con l’avanzare del gioco, l’introduzione di avversari più vari e complessi riesce a rendere le battaglie più coinvolgenti, pur in un contesto ancora caotico.
Metropolis: Una Città Senza Vita
Il gioco si svolge in una Metropolis desolata, dove l’assenza di vita umana la rende una città fantasma, a differenza della vibrante New York di “Spider-Man 2”. La mancanza di interazione con i cittadini e di autenticità ambientale è uno degli aspetti che più colpisce negativamente, nonostante la dettagliata ricostruzione della città.
Nonostante ciò, il movimento all’interno di Metropolis è reso variabile grazie alle diverse abilità dei membri della Suicide Squad. Da Harley Quinn a Deadshot, fino al più impacciato King Shark, ciascun personaggio offre un’esperienza unica, seppur nessuno raggiunga il livello di immersività e soddisfazione garantito dal web-swinging di “Spider-Man 2”.
L’avventura dei criminali eroi
La trama segue le vicende della Suicide Squad, inviata da Amanda Waller per fermare l’invasione di Brainiac e salvare il pianeta. La storia inizia con una premessa interessante, ma dopo diverse ore di gioco, la narrazione appare lenta e alcuni dettagli fondamentali, come la figura di Brainiac e il passato dei protagonisti, restano poco esplorati.
Non manca tuttavia il fascino di incontrare personaggi del calibro di Wonder Woman, Lex Luthor e l’Enigmista. Per gli appassionati dei fumetti DC Comics, queste interazioni rappresentano un autentico valore aggiunto, arricchendo l’esperienza di gioco.
Un umorismo caotico e apprezzabile
Uno dei punti di forza riconosciuti è l’umorismo che permea i dialoghi dei membri della Suicide Squad. Rocksteady Studios ha saputo catturare il tono ironico e spesso involontario che caratterizza il gruppo, riuscendo in alcuni frangenti a strappare un sorriso. Si evince un chiaro riferimento all’approccio violento e anarchico di “The Suicide Squad – Missione suicida” di James Gunn, che sembra essere stato saggiamente sfruttato come ispirazione.
In attesa di una recensione completa che possa considerare l’intera esperienza di gioco, “Suicide Squad: Kill the Justice League” si presenta come una sfida per gli sviluppatori. La speranza è che nei prossimi aggiornamenti si possa trovare la giusta direzione per questi ingredienti di alta qualità, evitando che il piatto finale risulti essere un indigesto “mappazzone”. Gli appassionati attendono con trepidazione ulteriori sviluppi e una valutazione finale che possa fare giustizia alla potenziale grandezza del titolo.
Foto Credits: Gazzetta.it