Il legame tra uomo e natura nel cinema: “Vita da Gatto” conquista il pubblico
Il cinema ha da sempre avuto il potere di esplorare e rappresentare i legami più profondi tra l’essere umano e il mondo naturale, ma raramente lo ha fatto con la delicatezza e l’empatia di “Vita da Gatto”. Questo nuovo film, distribuito da Plaion Pictures e in programmazione nelle sale italiane dal 18 aprile, segna l’ultimo capitolo nel corpus cinematografico di Guillaume Maidatchevsky, regista noto per le sue narrazioni immerse nel cuore della natura.
La trama di “Vita da Gatto” si snoda attorno all’amicizia tra Clémence, interpretata dalla talentuosa Capucine Sainson-Fabresse, e Rrou, un gattino orfano che entra nella sua vita portando con sé avventura e apprendimento. La loro storia, ambientata nella contemporaneità ma con echi di un classico della letteratura, il romanzo “Rrou” di Maurice Genevoix, esplora temi come l’amore, la perdita e il crescere, offrendo al pubblico un’esperienza emotivamente ricca e visivamente affascinante.
Un’opera premiata e l’arte della narrazione animale
Non è un caso che “Vita da Gatto” abbia ricevuto il premio come Miglior film al Giffoni Film Festival 2023 nella categoria Elements +6. La pellicola si contraddistingue per la sua capacità di raccontare storie che attraversano il cuore della natura e dell’esistenza animale senza ricorrere alla computer grafica. Gli animali, reali e presenti sul set, diventano co-protagonisti grazie al lavoro di addestratori esperti, tra cui spicca Muriel Bec, e al legame che si crea con gli attori umani.
Il film trae ispirazione dal romanzo di Genevoix, un autore che, dopo aver vissuto gli orrori della prima guerra mondiale, dedicò la sua vita alla narrazione del mondo naturale. Maidatchevsky ha saputo reinterpretare questa eredità letteraria, mantenendo il punto di vista dell’animale e offrendo al pubblico una riflessione sul confine sottile tra l’essere domestico e selvaggio che caratterizza l’esistenza felina.
Un cast eccezionale e la sfida dell’addestramento
La giovane Capucine Sainson-Fabresse offre una performance memorabile, incarnando con sensibilità e naturalezza il personaggio di Clémence. La sua interazione con Rrou e gli altri animali del cast, tra cui spiccano un cane, un gufo reale, una lince e un cinghiale, dimostra l’impegno del film nel creare una narrazione autentica e rispettosa del mondo animale.
Muriel Bec, l’addestratrice, ha affrontato la sfida di lavorare con un gattino tigrato, scegliendo infine quattro felini per interpretare Rrou, ma stabilendo un legame particolarmente forte con uno, che ha partecipato all’80% delle riprese. Questa scelta ha permesso di catturare con veridicità la complessità e la profondità del rapporto che si sviluppa tra la bambina e il suo amico a quattro zampe.
Un messaggio universale dalla profonda risonanza emotiva
Attraverso la storia di Clémence e Rrou, “Vita da Gatto” tocca tematiche universali come la crescita personale, la famiglia e il confronto con le sfide della vita. Il film riesce a farlo con una leggerezza e un’intensità emotiva che parlano tanto ai più giovani quanto agli adulti, dimostrando come il cinema possa essere un mezzo potente per esplorare la nostra relazione con gli altri esseri viventi e con il pianeta che tutti condividiamo.
La regia di Maidatchevsky, che unisce un approccio quasi documentaristico a una narrazione fiabesca, arricchisce il film di una dimensione educativa, senza mai sacrificare l’elemento dell’intrattenimento. “Vita da Gatto” si posiziona così in un filone cinematografico che include titoli come “Mia e il leone bianco” ed “Emma e il Giaguaro Nero”, film che hanno saputo unire successo di pubblico e critica grazie alla loro capacità di parlare al cuore degli spettatori attraverso storie di straordinaria amicizia tra bambini e animali.
“Vita da Gatto” non è solo un film: è un invito a riflettere sull’importanza della natura nella nostra vita e sul potere dell’amicizia e della crescita personale. Con il suo messaggio di speranza e resilienza, questa opera cinematografica si rivela un’esperienza imperdibile per chiunque creda nel potere trasformativo dell’arte e della narrazione.