La storia di Birgit Hamer: tra dolore e perdono
La morte di Vittorio Emanuele di Savoia ha riportato alla luce una storia di dolore e perdono che ha segnato la vita di Birgit Hamer, la sorella di Dirk Hamer, vittima di un tragico evento nel 1978 sull’isola di Cavallo.
Le grida e gli spari: un ricordo indelebile
«Le sue grida: “Italiani di merda vi ammazzo tutti!”. E poi gli spari e mio fratello che chiede aiuto, invoca l’anestesia, perché è ferito», ricorda Birgit Hamer riguardo all’episodio che ha segnato per sempre la sua vita.
Dopo 13 anni, Vittorio Emanuele di Savoia viene processato a Parigi per omicidio, suscitando nell’accusatrice una sensazione unica: «Fu come vedere dal vivo il protagonista dei tuoi incubi. La causa di tutto il dolore che io e la mia famiglia abbiamo provato», rivela Birgit.
«Scoppiai a piangere. Confermava che avevo ragione nella mia battaglia per avere giustizia, rendeva visibile la colpa. Ma mi fece male vedere quest’uomo descrivere quello che aveva fatto, per vantarsi che lui aveva fregato la giustizia. Non era una confessione. Nella confessione ti penti. Lui invece si vantava».
Il percorso verso il perdono
Nonostante la sofferenza e la rabbia iniziale, Birgit Hamer ha intrapreso un percorso di perdono che non è stato affatto facile: «Sì, il perdono però non è qualcosa che hai o che dai, è un percorso duro. I primi anni ero piena di rabbia e disperazione. Poi ho iniziato a leggere i Vangeli. Avevo bisogno di affidarmi a una giustizia migliore di quella degli uomini, che a Parigi aveva fallito con quella assoluzione. Ho chiesto giustizia e in risposta è arrivata quella intercettazione. Non era la sua coscienza, è la giustizia divina».
La storia di Birgit Hamer è un esempio di resilienza e coraggio di fronte alla tragedia, un viaggio interiore che l’ha portata a cercare una forma di pace interiore nonostante il dolore inflitto.