![Ilaria Salis: la controversia politica e la speranza di un ritorno in Italia 1 20240201 133909](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240201-133909.webp)
Ilaria Salis: la polemica politica e la speranza di un ritorno in Italia
La vicenda di Ilaria Salis continua a destare scalpore e interesse mediatico, divenendo terreno di confronto acceso tra le forze politiche italiane. Il caso della milanese 39enne, attualmente in detenzione in Ungheria, ha scatenato un’offensiva leghista che non lascia indifferente il panorama politico nazionale. Il vicepremier Matteo Salvini ha lanciato un monito duro: «Se fosse dichiarata colpevole sarebbe incompatibile con l’insegnamento in una scuola elementare», ha dichiarato riferendosi alla professione di maestra di Salis. La sua posizione è stata espressa in un contesto in cui il governo italiano si confronta con una questione diplomatica e giuridica complessa.
Una condanna politica anticipata?
Salvini, in un’intervista, ha espresso perplessità sulla professione di Salis: «È normale che una maestra elementare vada in giro per l’Europa, e adesso scopro anche in Italia, a picchiare e sputare alla gente?» ha dichiarato, facendo riferimento ad un episodio del 2017. Tuttavia, il leader leghista sembra non tenere conto dell’assoluzione della donna per l’aggressione a un gazebo del suo partito, come sottolineato dall’avvocato Eugenio Losco: «è stata assolta per non aver commesso il fatto». La polemica si infiamma e si intreccia con il Consiglio europeo, in un momento delicato anche per Giorgia Meloni.
La reazione del centrodestra e delle opposizioni
Non mancano le critiche interne al centrodestra, dove alcuni esprimono perplessità riguardo l’azione di Salvini. Maurizio Lupi, ad esempio, ha messo in evidenza l’importanza della dignità personale: «Oggi la questione non è se puoi fare la maestra o no, o se sei colpevole o innocente, ma che la dignità della persona, qualunque cosa abbia fatto, non venga calpestata». Dall’altra parte, Angelo Bonelli del M5s attacca Salvini per un presunto utilizzo di «due pesi e due misure» rispetto al caso dei marò. Anche Elly Schlein si è espressa contro la Lega, accusando il segretario di nostalgiche tendenze medievali. La senatrice a vita Liliana Segre esprime incredulità e sorpresa per la celebrazione del nazismo a Budapest e per il ritardo con cui la vicenda è emersa nell’opinione pubblica.
Il percorso diplomatico e giuridico
Il governo italiano, attraverso il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha mosso passi concreti per garantire il rispetto delle norme europee sul trattamento dei detenuti. Ilaria Salis ha ricevuto le visite dei genitori e del procuratore generale ungherese in carcere. Il trasferimento agli arresti domiciliari a Budapest rappresenta un primo passo verso un possibile rimpatrio, sostenuto dalle norme europee sulle misure alternative alla detenzione cautelare. Roberto Salis, padre di Ilaria, pur mostrando un «moderato ottimismo», ha risposto a Salvini con una difesa dei valori etici della figlia.
La via normativa e il futuro di Ilaria Salis
Il caso di Salis si trova ora in una fase delicata, con le richieste di trasferimento ai domiciliari in Italia respinte dai giudici ungheresi per il “pericolo di fuga”. Il sottosegretario Andrea Ostellari ha chiarito in commissione Giustizia che senza una condanna definitiva, non vi sono strumenti per l’esecuzione nel Paese di origine delle misure cautelari carcerarie. Tuttavia, un’applicazione dei domiciliari in Ungheria potrebbe aprire la via per il riconoscimento e l’esecuzione in Italia, secondo la decisione quadro del Consiglio europeo. In caso di insuccesso, resta possibile un ricorso immediato alla Corte europea di Strasburgo per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, come suggerito dall’avvocato Eugenio Losco.
La situazione di Ilaria Salis rimane quindi un nodo cruciale che intreccia diritti umani, politica interna ed estera, e normative internazionali. La strategia italiana si muove su più piani per raggiungere una soluzione equa e nel rispetto delle convenzioni, mentre il dibattito pubblico e politico prosegue fra prese di posizione e attese di giustizia.