La complicata posizione della Turchia tra NATO e sospetti di collusione nell’attacco di Mosca
Nel panorama geopolitico attuale, la Turchia si trova nuovamente al centro dell’attenzione dopo le recenti dichiarazioni in merito all’attacco del Crocus City Hall a Mosca, attribuito all’Isis, ma con presunti legami ben più complessi. Omer Celik, portavoce dell’Akp, il partito del presidente Recep Tayyip Erdogan, ha sollevato sospetti su un presunto sostegno di servizi segreti stranieri all’organizzazione terroristica. ‘La verità è che l’Isis non è in grado di portare avanti da solo un’organizzazione del genere. Tali azioni hanno uno sponsor’, ha dichiarato Celik, insinuando un coinvolgimento esterno nell’attentato che ha provocato la morte di almeno 143 persone.
Questa posizione apre un nuovo capitolo nelle già complesse relazioni tra la Turchia e l’alleanza NATO, di cui Ankara è membro, ma con cui ha mostrato crescenti disallineamenti, soprattutto in seguito all’invasione russa dell’Ucraina e agli attacchi di Hamas in Israele. La dichiarazione di Celik, che riecheggia le teorie precedentemente espresse da Vladimir Putin e da altri alti funzionari russi, rappresenta un ulteriore segnale dell’attitudine di Ankara a perseguire una politica estera indipendente, spesso in contrasto con quella degli alleati occidentali.
Le tensioni tra Erdogan e le potenze occidentali
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non è nuovo a prese di posizione controversiali e a volte ostili nei confronti di altri paesi e leader mondiali. Negli ultimi mesi, ha ripetutamente criticato Israele e il suo primo ministro Benjamin Netanyahu, arrivando a paragonarlo a figure storiche come Adolf Hitler e Iosif Stalin. Queste dichiarazioni hanno ulteriormente complicato i rapporti con Tel Aviv, già tesi a seguito dell’invasione della Striscia di Gaza da parte di Israele.
Parallelamente, Erdogan ha mosso accuse anche verso gli Stati Uniti, sostenendo che il dispiegamento di navi da guerra americane contribuisca a fomentare le tensioni nella regione. Inoltre, le recenti minacce rivolte alla Grecia, avvertita che i nuovi missili turchi ‘la colpiranno’ se continuerà ad armarsi, dimostrano un’escalation di tensione anche nel Mediterraneo Orientale. Queste dichiarazioni, assieme al complesso processo di adesione della Svezia alla NATO, bloccato più volte dal veto turco, evidenziano la crescente distanza di Ankara dalle posizioni dell’alleanza atlantica e dall’Unione Europea.
Il delicato equilibrio di Erdogan tra supporto a Kiev e dialogo con Mosca
Nonostante le tensioni con alcuni membri NATO e l’Unione Europea, la Turchia di Erdogan ha cercato di mantenere un delicato equilibrio nella crisi ucraina. Da un lato, ha fornito supporto militare a Kiev, dall’altro ha sottolineato la necessità di intensificare i tentativi di dialogo tra il presidente russo Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La posizione di Ankara, che ha spesso criticato le politiche europee per essere troppo provocatorie, riflette la complessa strategia del paese di navigare tra le esigenze dell’alleanza NATO e la volontà di preservare i propri interessi nazionali e regionali.
La recente affermazione sul coinvolgimento di ‘servizi segreti stranieri’ nell’attacco attribuito all’Isis a Mosca aggiunge un altro strato di complessità alle già intricate relazioni internazionali della Turchia. Mentre Ankara cerca di mantenere aperti i canali di comunicazione sia con l’Occidente che con la Russia, questa posizione potrebbe ulteriormente confondere gli alleati occidentali, già preoccupati per il crescente autoritarismo di Erdogan e per le sue ambizioni geopolitiche.
La Turchia, quindi, continua a giocare un ruolo chiave e ambiguo sulla scena internazionale, cercando di bilanciare le proprie alleanze storiche con la necessità di affermare la propria sovranità e indipendenza politica. La dichiarazione di Celik, che implica un coinvolgimento esterno nell’attacco di Mosca, evidenzia la complessità della posizione turca e la difficoltà di prevedere le sue prossime mosse in un contesto geopolitico sempre più polarizzato e incerto.